Eutanasia, Italiano malato di sclerosi multipla in Svizzera per morire

Cronaca
Foto d'archivio

L'uomo, 53 anni, convive con la malattia da quando ne ha 27. È accompagnato da Mina Welby, co-presidente dell'associazione Luca Coscioni, e ha scelto di morire perché non vuole più vivere "con il dolore addosso tutto il giorno''

Un uomo toscano di 53 anni malato di sclerosi multipla sta arrivando in Svizzera accompagnato da Mina Welby, co-presidente dell'associazione Luca Coscioni, per ottenere l'eutanasia in una clinica. Questa scelta è già stata presa anche da altri italiani, tra cui Dj Fabo, morto lo scorso febbraio. A dare la notizia, sulle sue pagine social, è stato Marco Cappato, tesoriere dell’associazione.

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="en"><p lang="it" dir="ltr">Mina Welby sta accompagnando in Svizzera Davide. Malato di sclerosi multipla dal &#39;93, si è rivolto a me per l&#39;eutanasia. Aiutiamo anche lui.</p>&mdash; Marco Cappato (@marcocappato) <a href="https://twitter.com/marcocappato/status/852128534235668482">April 12, 2017</a></blockquote> <script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Smettere di vivere "con il dolore addosso tutto il giorno"      

Davide, questo il nome dell'uomo, ha deciso di morire perché non vuole più vivere "con il dolore addosso tutto il giorno'' e perché ritiene che la sua ''non sia più una vita da vivere ma una condanna da scontare''.  Alla fine del 2016, ha preso la decisione di ricorrere all'eutanasia, che definisce "una liberazione, un sogno, una vacanza". ''La madre lo capisce, una donna di 73 anni con molti problemi di salute, soffre ma lo capisce’’, fa sapere sempre l'associazione che lo sostiene in questa sua scelta.

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La scoperta della malattia nel 1993

Nel 1993, Davide aveva 27 anni e faceva il barista. A un certo punto ha iniziato a non sentire più un lato del corpo, come spiegano dall'associazione. Erano i primi sintomi della sclerosi multipla. ''Col passare degli anni la malattia è diventata sempre più insopportabile e crudele. Da mesi non riesce più a far nulla”, raccontano, “compreso mangiare e dormire. Passa le giornate a letto o in sedia a rotelle, con uno stimolo costante di andare in bagno. Assume farmaci molto forti contro il dolore, più di quindici al giorno, compreso il metadone che ha importanti effetti collaterali, anche se ormai non sono più efficaci. Solo la cannabis terapeutica, fornita dalla regione Toscana, gli dà sollievo’’.

Tre italiani accompagnati in Svizzera dal 2015

Dal marzo del 2015, mese d'inizio dell'azione "SOS eutanasia" dell'Associazione Luca Coscioni, è stata fornita assistenza informativa a 268 persone che si sono presentate in forma non anonima, e di queste tre sono state accompagnate fisicamente in Svizzera. Si tratta di Piera Franchini nel 2012, Dj Fabo e, nell’ultimo caso, di Davide. Una persona, invece, è stata aiutata solo economicamente. Nelle risposte, oltre a dare informazioni sulla sospensione delle terapie in Italia, l'associazione fornisce notizie sulle cliniche elvetiche solo a coloro che potrebbero avere i requisiti. Starà poi le cliniche stesse decidere sulla base della legislazione del Paese. 

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