Dipendenti pubblici, in Italia sono meno che nel resto d'Europa

Cronaca

Un rapporto del centro studi ImpresaLavoro ha fatto il punto della situazione degli impiegati nella pubblica amministrazione. Le regioni a statuto speciale fanno registrare i numeri più alti in rapporto ai residenti, alla Calabria il record in proporzione agli occupati totali

Siamo abituati a vederli considerati come il motivo di buona parte dei mali italiani, fra i principali imputati quando si parla di spreco di denaro pubblico, a causa del loro numero ritenuto elevatissimo. Invece, i dati raccolti da Istat e Ragioneria dello Stato ed elaborati dal centro studi ImpresaLavoro restituiscono un quadro diverso: i dipendenti pubblici nel nostro Paese sono 3 milioni e 142mila e non sono più numerosi di quelli assunti negli altri Paesi industrializzati europei.

 

Media inferiore a quella del Vecchio Continente - In rapporto alla popolazione, la percentuale di dipendenti pubblici italiana (5,18%) è più bassa rispetto ai principali Stati europei; basti pensare alle medie registrate in Francia (8,50%), Regno Unito (7,90%), Spagna (6,40%) e Germania (5,70%). Le regioni italiane con un tasso di dipendenti pubblici inferiore alla media tedesca sono più della metà, 11 per la precisione. E la sostanza non cambia più di tanto anche quando si passa ad analizzare il numero in rapporto agli occupati complessivi. La percentuale media nazionale è in questo caso del 13,99%, inferiore a Francia (20%), Regno Unito (17%) e Spagna (16%), e superiore solamente al dato della Germania (11%).


Distribuzione poco omogenea - Il dato forse più sorprendente, però, è quello relativo alla distribuzione interna dei dipendenti pubblici, considerati regione per regione. Qui a primeggiare, come percentuale in proporzione alla popolazione, sono le entità territoriali a statuto speciale. La graduatoria è guidata infatti dalla Val d’Aosta, i cui 11.519 dipendenti rappresentano il 9,05% dei residenti; seguono Trentino-Alto Adige (78.344 dipendenti, il 7,40% dei residenti), Friuli Venezia Giulia (82.380 in totale, 6,75% dei residenti) e Sardegna (109.036 per una percentuale pari al 6,58% dei residenti). Costituisce un’eccezione la Sicilia, la cui percentuale (5,32%) è più bassa anche di quella del Lazio (che a causa dell’alto numero di sedi istituzionali di Roma registra un numero complessivo da record, 380.284 dipendenti, inferiore solo a quello della Lombardia) e di altre sei regioni a statuto ordinario fra cui Liguria, Molise e Toscana.

 

Il record della Calabria - Il panorama complessivo dello studio varia se, invece, si prende in esame il rapporto tra il numero di dipendenti pubblici e degli occupati. In questo caso a primeggiare è la Calabria, con una percentuale del 22,03%: oltre un calabrese su cinque, in pratica, occupa un posto di lavoro nella pubblica amministrazione. A seguire Valle d’Aosta (21,01% degli occupati), Sicilia (19,95%), Sardegna (19,30%), Molise (18,06%), Campania (17,89%), Basilicata (17,87%) e Puglia (17,42%). In coda, al di sotto della media nazionale, si trovano Lombardia (9,44%), Veneto (10,80%), Emilia-Romagna (11,59%) e Piemonte (11,90%).

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