Multe e cinguettii, quando i vigili urbani diventano social

Cronaca
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Roma, Salerno, Rovigo. In alcuni Comuni la polizia municipale si affida a Twitter e Facebook per raccogliere le segnalazioni dei cittadini su divieti di sosta e doppie file. L'iniziativa sta avendo successo ma raccoglie anche qualche critica

di Pietro Pruneddu

Multa, distintivo e social network. Forse tra qualche anno sarà questa la dotazione obbligatoria per i vigili urbani. Intanto, in alcune città italiane, la polizia municipale fa ricorso a Twitter e Facebook per combattere doppie file e parcheggi in divieto di sosta. I cittadini segnalano sul web i trasgressori, i vigili verificano e intervengono con verbale e contravvenzione. L’idea, partita da Roma, è stata già adottata da altri Comuni.

L’ultimo capoluogo ad avere adottato le “multe social” è Salerno. L'iniziativa è nata da alcuni componenti del comitato di quartiere Irno, che per settimane hanno fotografato auto e motorini posteggiati in divieto di sosta o in doppia fila. Le immagini (con le targhe oscurate per rispettare la privacy), pubblicate su Facebook, hanno attirato l’interesse dei vigili urbani. “Si tratta di un’azione civica di spessore”, ha commentato al Mattino il comandante della Polizia municipale Eduardo Bruscaglin. “Segnalateci i casi e i luoghi. E noi interverremo”, ha promesso il capo dei vigili. I primi risultati sono già arrivati. Nel primo mese le segnalazioni sono state numerose, seguite da diversi blitz operativi della Polizia locale che hanno portato a decine di contravvenzioni.

La app per comunicare con i vigili a Rovigo – Di recente anche Rovigo ha aperto all’interazione diretta tra cittadini e vigili: "l'amministrazione è al lavoro su un’applicazione per smartphone che consentirà, tra le altre cose, proprio di fare segnalazioni agli agenti della Polizia municipale", spiega a SkyTG24.it il sindaco Bruno Piva. “L'app, al momento in fase di sviluppo, consentirà di dialogare direttamente con il Comune e comunicare problemi di varia natura, tra cui auto parcheggiate dove non dovrebbero". Piva crede molto nella comunicazione tra cittadini e istituzioni tramite social network: "Prima gli anziani erano le nostre "telecamere" sul territorio, adesso son subentrati questi mezzi telematici".

La nascita delle multe social a Roma – La paternità dell’iniziativa in Italia spetta però a Raffaele Clemente, comandante della polizia locale di Roma. Lo scorso dicembre aveva esortato i cittadini della Capitale a denunciare con un cinguettio infrazioni e soste selvagge. “Arrivano le prime multe social”, annunciò con un tweet. La risposta dei romani non si fece attendere: in poche ore arrivarono decine di segnalazioni (con tanto di foto allegata). Clemente ha poi precisato che le fotografie di denuncia non sarebbero state usate per individuare le targhe dei veicoli trasgressori ma soltanto per intervenire nei luoghi indicati. "Si tratta solo uno strumento in più nelle mani della polizia municipale. Non permetteremo mai che un cittadino si sostituisca a un nostro agente", ha spiegato.

La novità ha raccolto l’immediato plauso del sindaco di Roma Ignazio Marino. Tra le tante segnalazioni arrivate sull’account della polizia municipale (@PLRomaCapitale) e in quello di Clemente (@raffaeleclement), anche quella del giornalista e conduttore radiofonico Gianluca Nicoletti. Trovando un’auto in sosta nel parcheggio per disabili riservato al figlio, mandò un tweet e pochi minuti dopo una pattuglia di vigili urbani era già intervenuta per multare il trasgressore.

I dati ufficiali confermano il successo dell'iniziativa. Il profilo twitter di Clemente in questi due mesi ha ricevuto 3686 cinguettii di followers che denunciavano infrazioni. Di queste segnalazioni, 964 sono state verificate dai vigili e in 588 casi è scattata la multa. E il capo dei vigili annuncia un'altra novità: presto arriverà anche una app per smartphone che permetterà ai romani di inviare segnalazioni direttamente alla centrale operativa della polizia municipale. Magari è presto per dirlo, ma potrebbero essere i primi passi per la nascita del senso civico 2.0.

Le polemiche di associazioni e sindacati – Nonostante in tanti si siano dichiarati entusiasti, le multe social non piacciono a tutti. Il Codacons ha criticato apertamente la novità. “Si tratta solo di fumo negli occhi, un palliativo per chi non ha voglia di lavorare. Una misura utile ma largamente insufficiente”, ha dichiarato l’avvocato Carlo Rienzi, presidente dell’associazione dei consumatori. “Se i vigili urbani volessero, potrebbero elevare migliaia di multe ogni giorno, senza bisogno di segnalazioni ricevute dai cittadini: basta andare in strada”, ha aggiunto.

Polemico anche Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (Associazione sostenitori e amici Polizia stradale) secondo cui: “Con le multe via twitter si rischia di scatenare pericolose faide di vicinato, dispetti e vendette nei confronti del coinquilino antipatico”. Intervistato dall’Adnkronos, Biserni ha giudicato “discutibile ed eccessiva” la misura, aggiungendo che “c’è il pericolo di dar vita a una sorta di Grande fratello stradale”.

Una posizione simile è arrivata anche dai sindacati. Secondo Luigi Marucci, presidente nazionale dell’Ospol: “L’iniziativa lascia a dir poco sconcertati perché rileva gravi rischi di violazione di legge”. Anche Gabriele Di Bella della Fiadel denuncia che “C’è il rischio che si aprano molti contenziosi. La tecnologia va bene ma solo se esiste una base di presidio del territorio”.

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