In Italia una donna su tre è stata vittima di violenze

Cronaca

Il 25 novembre è la Giornata contro la violenza sulle donne: nel nostro Paese, ogni anno, 100 mogli o fidanzate vengono uccise dal partner. "Non chiamarlo amore": lo spot realizzato da Francesca Comencini per Solidea. VIDEO

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In Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata vittima dell'aggressività di un uomo. Sei milioni 743 mila quelle che hanno subito violenza fisica e sessuale, secondo gli ultimi dati Istat ( Qui lo studio integrale ). E ogni anno vengono uccise in media 100 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex.
Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata contro la violenza sulle donne, ma c'é ben poco da festeggiare viste le cifre che riguardano gli abusi e i maltrattamenti che subiscono. Quasi 700 mila donne, sempre dati Istat , hanno subito violenze ripetute dal partner e avevano figli al momento della violenza, e nel 62,4% dei casi i figli hanno assistito a uno o più episodi di violenza. Secondo l'Osservatorio nazionale sullo stalking, il 10% circa degli omicidi avvenuti in Italia dal 2002 al 2008 ha avuto come prologo atti di stalking, l'80% delle vittime è di sesso femminile e la durata media delle molestie insistenti è di circa un anno e mezzo.

Le giovani sono più a rischio - Gli ultimi dati Istat sono relativi al 2006 e alla fascia di età 16-70 anni. Raccontano che nei 12 mesi precedenti alla rilevazione il numero delle donne vittime di violenza ammonta a 1 milione e 150 mila (5,4%), e che sono le giovani dai 16 ai 24 anni (16,3%) e dai 25 ai 24 anni (7,9%) a presentare i tassi più alti. Il 3,5% delle donne ha subito violenza sessuale (stupro, tentato stupro, molestia fisica sessuale, rapporti sessuali con terzi, rapporti sessuali non desiderati, attività sessuali degradanti e umilianti), il 2,7% fisica. Lo 0,3%, pari a 74 mila donne, ha subito stupri o tentati stupri. La violenza domestica ha colpito il 2,4% delle donne, quella al di fuori delle mura domestiche il 3,4%.

Non si denuncia - Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate: il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Lo stesso nel caso degli stupri (91,6%). E' consistente la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite.
Ci sono numeri, però, che fanno ben sperare. Sono quelli resi noti da Solidea, l'istituzione di genere femminile e solidarietà della Provincia di Roma , nell'ambito della presentazione del I Rapporto dell' Osservatorio sulle vittime di violenza. In tre anni, infatti, sono più che raddoppiate le donne che chiedono aiuto al centro nato per assistere le vittime di abusi e maltrattamenti dal primo ascolto alla consulenza legale, all'assistenza socio-assistenziale: dai 465 contatti del 2008 si è arrivati ai 1.039 del 2010.
Solidea, ha spiegato il presidente della Provincia di Roma Zingaretti, "spinge l'amministrazione a essere attiva su alcune politiche. La Provincia di Roma ha deciso di costituirsi parte civile in tutti i procedimenti per violenza sessuale accaduti nel territorio, e nel 2012 proveremo ad investire ancora di più su questo tema".
Nel corso della presentazione del rapporto è stato presentato anche il nuovo spot
anti-violenza realizzato per Solidea dalla regista e scrittrice Francesca Comencini, intitolato ' Non chiamarlo amore'.

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Violenze e molestie - Un terzo delle vittime subisce atti di violenza sia fisica che sessuale e la maggioranza delle vittime ha subito più episodi di violenza. Tra le violenze fisiche è più frequente l'essere spinta, strattonata, afferrata, l'avere avuto storto un braccio o i capelli tirati (56,7%), l'essere minacciata di essere colpita (52,0%), schiaffeggiata, presa a calci, pugni o morsi (36,1%). Segue l'uso o la minaccia di usare pistola o coltelli (8,1%) o il tentativo di strangolamento o soffocamento e ustione (5,3%). Tra tutte le forme di violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, ovvero l'essere stata toccata sessualmente contro la propria volontà (79,5%), l'aver avuto rapporti sessuali non desiderati (19,0%), il tentato stupro (14,0%), lo stupro (9,6%) e i rapporti sessuali degradanti e umilianti (6,1%).

Il 67% degli stupri è commesso dal partner -
Il 21% delle vittime ha subito la violenza sia in famiglia che fuori, il 22,6% solo dal partner, il 56,4% solo da altri uomini. I partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate, e sono responsabili in misura maggiore anche di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il 69,7% degli stupri, infatti, è opera di partner, il 17,4% di un conoscente e solo il 6,2% è stato opera di estranei. Il rischio di subire uno stupro o un tentativo di stupro è tanto più elevato quanto più è stretta la relazione tra autore e vittima. Gli sconosciuti commettono soprattutto molestie fisiche sessuali, stupri solo nello 0,9% dei casi e tentati stupri nel 3,6% contro, rispettivamente, l'11,4% e il 9,1% dei partner.

Violenza psicologica - La subiscono 7 milioni 134 mila donne: le forme più diffuse sono l'isolamento o il tentativo di isolamento (46,7%), il controllo (40,7%), la violenza economica (30,7%) e la svalorizzazione (23,8%), seguono le intimidazioni (7,8%). Il 43,2% delle donne ha subito violenza psicologica dal partner attuale; 1 milione 42 mila donne hanno subito oltre alla violenza psicologica, anche violenza fisica o sessuale, il 90,5% delle vittime di violenza fisica o sessuale.

Prima dei 16 anni -
Un milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni, il 6,6% del totale. Gli autori delle violenze sono vari e in maggioranza conosciuti, solo nel 24,8% la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto. Un quarto delle donne vittime prima dei 16 anni ha segnalato un conoscente (24,7%), un altro quarto un parente (23,8%), il 9,7% un amico di famiglia, il 5,3% un amico. Tra i parenti gli autori più frequenti sono stati gli zii. Il silenzio è stato la risposta maggioritaria: il 53% delle donne ha dichiarato di non aver parlato con nessuno dell'accaduto.

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