Treni, Roma-Lido e Circumvesuviana fra le 10 tratte peggiori d'Italia

Ambiente
Ogni giorno in Italia sono tre milioni i pendolari che viaggiano in treno su linee ordinarie
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Legambiente ha presentato un dossier che individua le linee ferroviarie più problematiche del nostro Paese. In Veneto circolano mezzi degli anni Settanta 

Un dossier di Legambiente ha individuato le dieci peggiori linee ferroviare d'Italia: la speciale classifica fa parte della campgna "Pendolaria 2017", in favore dei circa tre milioni di italiani che prendono il treno ogni giorno. Secondo l’organizzazione ambientalista, per ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria, sarebbe necessario aumentare il numero di passeggeri che si spostano in treno, metro e tram. Obiettivo perseguibile solo tramite il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture.

Le dieci peggiori linee ferroviarie d'Italia

La classifica di Legambiente è stata stilata valutando sia proteste degli utenti per i ritardi e i tagli, sia caratteristiche delle tratte: la tipologia dei treni per capienza e per età, la carenza di orari adatti per l’utenza pendolare, la frequenza dei convogli e la condizione delle stazioni. Alla luce di queste informazioni, ecco le dieci peggiori linee ferroviarie d’Italia: la Roma-Lido, la Circumvesuviana, la Reggio Calabria-Taranto, la Verona-Rovigo, la Brescia-Casalmaggiore-Parma, l'Agrigento-Palermo, la Settimo Torinese-Pont Canavese, la Campobasso-Roma, la Genova-Savona-Ventimiglia e la Bari-Corato-Barletta. Solo per citare alcuni esempi, l'età media dei convogli della Roma-Lido è di 20 anni, così come sulla Verona-Rovigo dove i treni circolanti risalgono agli anni '70 ad hanno tempi di percorrenza medi di 55 km/h. Non va meglio sulla Bari-Corato-Barletta, dove il 12 luglio 2016 uno scontro frontale tra due treni, avvenuto nel tratto a binario unico tra Andria e Corato, ha causato la morte di 23 persone e oltre 50 feriti. "L'Italia - scrive Legambiente sul proprio sito - ha bisogno di aumentare sensibilmente il numero di passeggeri che viaggiano in treno e, nelle principali città, di chi si sposta in metro e in tram, se vuole migliorare la qualità dell'aria e ridurre le emissioni di CO2 come previsto dall'Accordo di Parigi".

Alta velocità e linee ordinarie

Sette anni fa, secondo Legambiente, circolavano il 6,5% di treni regionali e il 20% di treni Intercity in più. Il boom dei collegamenti veloci, invece, è certificato dalle 50 corse al giorno di Frecciarossa e le 25 Italo da Roma a Milano, per un aumento dell'offerta del 78,5% dei treni in circolazione in sette anni, con un treno ogni dieci minuti negli orari di punta. I viaggiatori che beneficiano dell'alta velocità sono 170mila, contro i tre milioni circa di pendolari che si spostano ogni giorno sulle linee ordinarie. Legambiente ha messo in evidenza anche l’inadeguatezza delle risorse a disposizione per il servizio ferroviario regionale, diminuite del 29,5% rispetto al 2009. "Si deve intervenire con urgenza nelle situazioni più gravi e insopportabili – ha suggerito Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - come quella che vivono ogni giorno centinaia di migliaia di pendolari, in particolare a Roma e a Napoli, dove il numero dei passeggeri su treno è diminuito del 30% in questi anni". L’entrata in vigore dell’orario ferroviario invernale, però, vedrebbe un ulteriore aumento dell'offerta di treni ad alta velocità e, al contrario, poche novità sul resto della rete.

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