Estati bollenti sempre più frequenti, colpa del riscaldamento globale

Ambiente
Caldo record a Zagabria, in Croazia: si cerca refrigerio nelle fontane anche di notte (Foto: Getty Images)
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Un nuovo studio, a guida italiana, indica anche per l'Europa la possibilità di picchi di 55 gradi percepiti. Senza azioni per contenere l'innalzamento della temperatura del pianeta - dicono gli esperti - le ondate di caldo record saranno sempre più frequenti

Alle ondate di caldo record è meglio rassegnarsi. Senza una battuta d'arresto del riscaldamento globale, le prospettive sono roventi; con rischi molto alti per la salute dell'uomo. Un nuovo studio, a guida italiana, indica che in futuro potremo subire regolarmente estati bollenti con picchi anche di 55 gradi percepiti. Orizzonte che non riguarderà solo Asia o Africa, ma anche l'Europa.

Estati bollenti, la nuova normalità

Pubblicato dal Joint Research Centre della Commissione europea sulla rivista Scientific Reports, lo studio porta la firma del ricercatore italiano Simone Russo, dell'Ispra. Gli scenari descritti sono il frutto di analisi sull'interazione tra umidità e calore: le proiezioni sviluppate, a seconda di vari modelli climatici, non riguardano la sola temperatura, ma anche quella percepita in base all'umidità. Secondo i ricercatori ondate di caldo oltre 40 gradi, amplificate da un'alta umidità, potrebbero verificarsi anche ogni due anni, con seri rischi per la salute dell'uomo, soprattutto nell'Asia orientale e nella costa orientale americana. Questa è lo scenario previsto con un aumento di 2 gradi della temperatura del globo rispetto ai livelli preindustriali, obiettivo dell'accordo sul clima di Parigi. Ma se il "global warming" continuasse a galoppare, i ricercatori stimano che con un aumento di 4 gradi potrebbero verificarsi regolarmente in molte parti del mondo, Europa compresa, delle super ondate di calore anche oltre i 55 gradi percepiti.

Sopravvivenza a rischio

Tale soglia è considerata "critica" per la sopravvivenza umana. Combinato con gli alti tassi di umidità, il caldo può rivelarsi molto pericoloso per l'uomo: impedisce al corpo di "raffreddarsi" con la sudorazione e può portare a ipertermia. Aumenteranno quindi le persone esposte a colpi di calore, soprattutto nelle aree densamente popolate di Cina, India e Stati Uniti. Ma non solo.

Ondate di caldo mortali in Asia

L'Asia è una delle aree del globo che maggiormente pagherà il prezzo dei cambiamenti climatici. Ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) evidenziano che, senza un freno ai cambiamenti climatici entro fine secolo nel Sud dell'Asia, potrebbero verificarsi ondate di caldo "letali" per la popolazione. Fenomeni che potrebbero devastare una parte di mondo già afflitta da grande povertà e che ospita circa un quinto della popolazione globale. Si tratta di un miliardo e mezzo di persone, per lo più povere e dipendenti dall'agricoltura, costrette a vivere e lavorare sotto il sole. Nei prossimi decenni si prevede che l'area sarà interessata da ondate di caldo estive con livelli di calore e umidità ben al di sopra del grado di sopportazione umana senza adeguate protezioni.

Le conseguenze in Europa

Il Vecchio Continente comunque non se la passerà meglio. Un altro studio, recentemente pubblicato su Lancet sempre dal Joint Research Centre, ha evidenziato che entro fine secolo la salute di due europei su tre - circa 350 milioni di persone - sarà messa a rischio da disastri climatici e tra questi in primis ci sono proprio le ondate di calore. La ricerca, guidata dal ricercatore italiano Giovanni Forzieri, sottolinea che il numero di decessi dovuti al clima aumenterà di 50 volte passando da 3.000 decessi l'anno nel periodo tra il 1981 e il 2010 a 152.000 morti l'anno attesi per il periodo 2071-2100. I più colpiti saranno gli abitanti dei paesi dell'Europa meridionale. La Spagna, indica uno studio dove ha partecipato anche il Centro di ricerca nazionale spagnolo, è tra le regioni del mondo in cui si registra la maggior quantità di ondate di calore ogni anno. Per i loro effetti in questi periodi il rischio di mortalità sale del 10-20%.

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