Asti, cittadinanza onoraria a Papa Francesco: “Qui per ritrovare il sapore delle radici”

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Il riconoscimento è stato conferito "per il forte impegno per la pace nel mondo e i quotidiani messaggi di solidarietà e fraternità contro ogni forma di discriminazione" del Pontefice

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Questa mattina, nel vescovado di Asti, Papa Francesco ha ricevuto la cittadinanza onoraria. "Da queste terre mio padre è partito per emigrare in Argentina e in queste terre, rese preziose da buoni prodotti del suolo e soprattutto dalla genuina laboriosità della gente, sono venuto a ritrovare il sapore delle radici", ha detto il Pontefice nell'omelia durante la Messa nella Cattedrale di Asti. Dopo il pranzo e la visita allo stadio cittadino, Papa Francesco è ripartito da Asti (LA VISITA DEL PAPA AD ASTI - IL PROGRAMMA).

Papa Francesco ad Asti
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La cittadinanza onoraria a Papa Francesco

La cittadinanza onoraria è stata conferita "per il forte impegno per la pace nel mondo e i quotidiani messaggi di solidarietà e fraternità contro ogni forma di discriminazione", valori contemplati anche dallo Statuto della Città di Asti, e per il forte legame col territorio astigiano e piemontese testimoniato dalla continuità dei contatti con la famiglia e le istituzioni, simbolicamente rappresentato dal sacchettino di terra astigiana prelevata a Bricco Marmorito. Oltre all'amministrazione comunale, con la giunta, guidata dal sindaco Maurizio Rasero, erano presenti il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il vicepresidente Fabio Carosso.

Il sindaco di Asti: “Esperienza di fede e umana incredibile”

"Esperienza di fede e umana incredibile che ho affrontato con le lacrime agli occhi per l'emozione e la commozione delle parole dette dal Papa – ha commentato il primo cittadino – soprattutto nel momento in cui il Santo Padre si è definito astigiano come noi". Ha poi aggiunto: "È un momento che non dimenticheremo mai. Sono emozionato. Ci abbiamo lavorato 40 giorni".

Papa Franceco a Portacomaro visita la chiesa dei nonni e incontra la cugina Carla Rabezzana, Asti, 19 novembre 2022.
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Papa Francesco ad Asti
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La visita di Papa Francesco ad Asti

Papa Francesco dopo aver lasciato il vescovado di Asti, dove ha trascorso la notte, a bordo della papamobile, ha percorso circa 2 chilometri. Lungo il percorso sono impegnate numerose associazioni di volontariato, oltre a uno spiegamento significativo di forze dell'ordine, 300 volontari di protezione civile e almeno 50 volontari di pubblica assistenza Anpas. Il Papa ha poi raggiunto la cattedrale per la Messa, nel pomeriggio è previsto l'incontro con i giovani allo stadio di Asti. 

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La Messa nella Cattedrale di Asti

"Da queste terre mio padre è partito per emigrare in Argentina e in queste terre, rese preziose da buoni prodotti del suolo e soprattutto dalla genuina laboriosità della gente, sono venuto a ritrovare il sapore delle radici", ha detto il Pontefice nell'omelia della Messa nella Cattedrale di Asti. "Ma oggi - ha aggiunto Papa Francesco - è ancora una volta il Vangelo a riportarci alle radici della fede". Nella giornata in cui la Chiesa celebra Cristo Re, il Papa ha ricordato che "la nostra idea di Re viene ribaltata". Il Vangelo di oggi parla infatti di Cristo sulla croce che "non punta il dito contro nessuno, ma apre le braccia a tutti. Così si manifesta il nostro Re: a braccia aperte, a 'brasa aduerte'", ha spiegato il Pontefice ricorrendo al dialetto della sua famiglia. "Solo entrando nel suo abbraccio noi capiamo: capiamo che Dio si è spinto fino a lì, fino al paradosso della croce, proprio per abbracciare tutto di noi, anche quanto di più distante c'era da Lui: la nostra morte, il nostro dolore, le nostre povertà, le nostre fragilità, le nostre miserie", ha sottolineato Bergoglio. 

L'omelia di Papa Francesco

Il Papa, commentando il Vangelo di oggi, ha sottolineato che "un malfattore diventa il primo santo: si fa vicino a Gesù per un istante e il Signore lo tiene con sé per sempre. Ora, il Vangelo parla del buon ladrone per noi, per invitarci a vincere il male smettendo di rimanere spettatori. Per favore, questo è peggio di fare il male: l'indifferenza". Il Papa ha allora invitato i cristiani ad evitare una fede solo formale: "E noi, abbiamo questa fiducia, portiamo a Gesù quello che abbiamo dentro o ci mascheriamo davanti a Dio, magari con un po' di sacralità e di incenso? Per favore non fare la spiritualità del trucco", "davanti a Dio solo acqua e sapone, senza trucco, con l'anima come è, e da lì viene la salvezza".
Il Papa ha poi chiesto ai fedeli di non rimanere indifferenti di fronte alle cose che non vanno, anche nella Chiesa. "Sta a noi scegliere se essere spettatori o coinvolti", "vediamo le crisi di oggi, il calo della fede, la mancanza di partecipazione. Che cosa facciamo? Ci limitiamo a fare teorie, ci limitiamo a criticare, o ci rimbocchiamo le maniche, prendiamo in mano la vita, passiamo dai 'se' delle scuse ai 'sì' della preghiera e del servizio? Tutti - ha detto il Papa nell'omelia - pensiamo di sapere che cosa non va nella società, tutti ne parliamo tutti i giorni di questo, anche che cosa non va nella Chiesa, tante cose non vanno nella Chiesa, ma poi facciamo qualcosa? Ci sporchiamo le mani come il nostro Dio inchiodato al legno o stiamo con le mani in tasca a guardare?".
Il Pontefice ha presentato un giovane che nel corso della celebrazione è stato ordinato accolito, e ha sottolineato che servono "preti giovani". "Abbiamo visto questo ragazzo, Stefano, che chiede di essere ordinato accolito nel suo percorso verso il sacerdozio. Dobbiamo pregare per lui, perché vada avanti nella sua vocazione, sia fedele ma anche dobbiamo pregare per questa Chiesa di Asti - ha chiesto il Papa - perché il Signore invii vocazioni sacerdotali, perché, come voi vedete, la maggioranza sono vecchi, come io. Ci vogliono preti giovani".

Il saluto del Papa durante l'Angelus: “Ch'a staga bin”

"Il nostro tempo sta vivendo una carestia di pace: pensiamo a tanti luoghi del mondo flagellati dalla guerra, in particolare alla martoriata Ucraina. Diamoci da fare e continuiamo a pregare per la pace!", ha poi detto il Papa all'Angelus pronunciato dalla Cattedrale di Asti. Durante l'Angelus il Pontefice ha ringraziato le autorità civili e religiose "per i preparativi che hanno reso possibile questa desiderata visita". Poi ha salutato tutti in dialetto piemontese: "A tutti direi che a la fame propri piasi' encuntreve! (mi ha fatto piacere incontrarvi); e augurarvi: ch'a staga bin! (state bene!)".

“Ci vogliono giovani trasgressivi”

Bergoglio ha poi ricordato che oggi si celebra la Giornata Mondiale della Gioventù a livello diocesano. "Oggi ci vogliono giovani veramente 'trasgressivi', non conformisti, che non siano schiavi di un cellulare, ma cambino il mondo come Maria, portando Gesù agli altri, prendendosi cura degli altri, costruendo comunità fraterne con gli altri, realizzando sogni di pace", ha auspicato il Pontefice.

La tappa allo stadio "Censin Bosia"

Grande attesa allo stadio 'Censin Bosia' di Asti per l'ultima tappa della visita piemontese di Papa Francesco. Lo attendono 1.340 persone, in gran parte bambini e ragazzi con le loro famiglie. L'incontro di saluto è previsto nel pomeriggio e in leggero anticipo sulla tabella di marcia. Poi il Pontefice salirà in elicottero per fare rientro in Vaticano. Nel mentre Papa Francesco ha pranzato con i suoi parenti in Vescovado. Un menu tipicamente piemontese tra cui la bagna cauda, il piatto a base di aglio e acciughe. Il menu è stato preparato dall'Albergo Etico di Asti, che ha la peculiarità di avere dipendenti con sindrome di down.

Canti e balli della Pastorale Giovanile

A ricevere il pontefice sono stati i giovani della Pastorale Giovanile, che si sono esibiti in canti e balli e gli hanno donato un mazzo di fiori gialli e bianchi. Vicino all'elicottero a salutarlo, prima della partenza, il comandante provinciale dei carabinieri, tenente colonnello Paolo Lando, il questore di Asti Sebastiano Salvo, i comandanti provinciali della Guardia di finanza e dei vigili del fuoco. "Ciao Francesco", il saluto che ha accompagnato il, pontefice mentre saliva sull'elicottero per tornare in Vaticano

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