L’attività investigativa ha consentito di disarticolare un sodalizio al cui vertice, secondo l’ipotesi accusatoria, c'era Vittorio Raso, arrestato lo scorso giugno a Barcellona, dopo lunga latitanza
Sono 28 le persone colpite da provvedimenti cautelari nell'ambito della maxi operazione che all'alba di questa mattina ha visto impegnata la Squadra Mobile della Questura di Torino, guidata da Luigi Mitola, nel Torinese e nelle province di Milano, Varese, Alessandria, Napoli e Asti. Si tratta di una maxi operazione, coordinata dalla Dda locale. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, di plurime cessioni di ingenti quantitativi di narcotici (hashish, marijuana e cocaina), violazione della normativa in materia di armi, riciclaggio, reimpiego di denaro provento delittuoso, rapina e ricettazione.
Le ordinanze
Venti le misure cautelari in carcere, sei agli arresti domiciliari e due obblighi di dimora. L'inchiesta ha avuto inizio nell'ottobre 2019 a seguito della latitanza del boss della 'ndrangheta Vittorio Raso. Il gruppo criminale, secondo l'accusa, sarebbe stato diretto dallo stesso Raso che dalla Spagna, dove viveva, svolgeva attività di "brokeraggio nell'ambito della commercializzazione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, destinati al mercato al dettaglio di numerose regioni italiane".
L'operazione
Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati oltre un milione di euro, due pistole, beni di lusso e droga. L'inchiesta è partita nell'ottobre del 2019, dopo che Raso, soprannominato 'Esaurito', destinatario di diversi provvedimenti cautelari per reati di associazione a delinquere di tipo mafiosa, finalizzata al traffico di stupefacenti, era diventato "uccel di bosco". Per gli inquirenti, in Spagna il boss torinese non sarebbe rimasto con le mani in mano e avrebbe svolto attività di brokeraggio nell'ambito della commercializzazione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente destinati al mercato al dettaglio di numerose regioni italiane.
Il giro di spaccio
L'organizzazione era strutturata con incarichi differenti e il volume d'affari era di diversi milioni di euro. I membri del consorzio criminale potevano contare su magazzini in cui la droga, perlopiù hashish e marijuana ma anche cocaina, veniva depositata. Per le consegne dello stupefacente venivano usati auto e furgoni dotati di doppi fondi con congegni di apertura mediante sofisticati meccanismi elettrici. Per comunicare senza essere intercettati gli indagati usavano telefoni criptati acquistati all'estero. Raso era stato arrestato una prima volta a Barcellona, nell'ottobre 2020, con la collaborazione della Policia Nacional dagli investigatori della squadra mobile di Torino, ma era stato rilasciato su ordine di un magistrato spagnolo ed era tornato latitante. È stato nuovamente arrestato sempre in Spagna alla fine dello scorso giugno, mentre guidava con documenti falsi. Nel corso delle indagini, durate tre anni, erano già state arrestate 17 persone e sequestrati circa 800 chili di droga, pistole, due fucili mitragliatori, un fucile con mirino ottico, 12 chili di materiale esplodente, centinaia di munizioni e oltre un milione di euro di banconote di vario taglio.
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