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Torino Pride, gli organizzatori: "Record, siamo in 150 mila"

Piemonte

"È doveroso esserci da parte mia. È il primo Pride che faccio da sindaco ed è una grandissima emozione. Vorremmo davvero che Torino diventasse la città dei diritti, la città che simbolicamente rappresenta questa battaglia di civiltà per tutte e tutti quelli che oggi vedono i loro diritti negati". A dirlo il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo

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"Pride da record, siamo 150mila". Lo ha annunciato Marco Giusta coordinatore del Torino Pride che, da questo pomeriggio, sta attraversando le strade del capoluogo piemontese. "È un pride bellissimo e pieno di persone - dice -. Soprattutto giovani che chiedono diritti e libertà". "Abbiamo dato voce a tante soggettività contro il razzismo, contro la grassofobia - aggiunge - a favore della storia partigiana della nostra città, che non vuole essere legata e non vuole vedere ritorni oscurantisti ad iniziare dall'attacco alla legge 194". "Oggi ricordiamo le parti più marginalizzate e discriminate della nostra comunità ad iniziare dalle persone trans, trans gender e non binarie . Oggi anche per loro urliamo 'ci vogliamo vive libere e felici'", conclude Giusta.

Lo Russo: "Torino simbolo di battaglia per civiltà"

"È doveroso esserci da parte mia. È il primo Pride che faccio da sindaco ed è una grandissima emozione. Vorremmo davvero che Torino diventasse la città dei diritti, la città che simbolicamente rappresenta questa battaglia di civiltà per tutte e tutti quelli che oggi vedono i loro diritti negati". A dirlo il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, che insieme a buona parte della sua Giunta, sfila con la fascia in testa al corteo del Pride. "È una straordinaria festa, piena di giovani, di energia - dice - e credo che questo sia il più bel segnale che possiamo dare come comunità alla nostra città e all'intero Paese. Una festa - aggiunge - e soprattutto una manifestazione che serve a rivendicare quelli che sono dei diritti negati nel nostro Paese, che sono invece estremamente importanti per un'Italia che sia davvero giusta, in cui non ci sono differenze sulla base dell'orientamento di genere. Siamo davvero tanto indietro". Lo Russo sottolinea poi che "c'è anche la grande questione dei diritti civili delle famiglie omogenitoriali. L'Italia è indietro rispetto a tanti Paesi dell'Unione Europea - ribadisce - e essere parte dell'Unione Europea per me significa questo, significa appartenere a un Paese non tra i più indietro, ma tra quelli più avanti. Tra i valori fondativi dell'Unione europea - conclude - sicuramente i diritti sono uno dei perni intorno ai quali l'Italia ha tanto ritardo che deve essere colmato".

Torino pride 2022 - ©Ansa