Assalto a Confindustria Torino, 11 misure cautelari

Piemonte

Tre le misure cautelari in carcere, quattro ai domiciliari e altrettanti gli obblighi di firma. Lesioni aggravate, resistenza e violenza le accuse contestate

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La Digos di Torino ha dato esecuzione a 11 misure cautelari (otto indagati erano già noti alle forze dell'ordine), nei confronti di altrettanti giovani, per l'assalto all'Unione Industriali del capoluogo piemontese dello scorso 18 febbraio durante una protesta per le morti di due ragazzi impegnati nell'alternanza scuola-lavoro, Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci. Tre le misure cautelari in carcere, quattro ai domiciliari e altrettanti gli obblighi di firma. Gli indagati hanno fra i venti e i trent'anni e sono legati a collettivi diversi e al centro sociale Askatasuna. Lesioni aggravate, resistenza e violenza le accuse contestate. Il centro sociale torinese risulta essere al centro di una vasta inchiesta della procura di Torino e della Digos per associazione sovversiva.

Le indagini

Secondo gli investigatori, gli 11 antagonisti colpiti da misure cautelari tentarono con bastoni, petardi e lancio di oggetti di fare irruzione nella sede dell'Unione industriali, in via Vela. Dopo aver lanciato uova di vernice contro il palazzo, i manifestanti forzarono la porta d'ingresso per entrare negli uffici, ma le forze dell'ordine riuscirono a bloccare il tentativo. Nell'assalto rimasero feriti sei carabinieri e un funzionario della polizia. E tra gli antagonisti arrestati questa mattina c'è proprio chi con un bastone ferì gravemente un vicecommissario di polizia.

Un fermo immagine della polizia di Torino, 12 maggio 2022: La Digos di Torino sta dando esecuzione a undici misure cautelari, nei confronti di militanti del centro sociale Askatasuna e di altri collettivi, per l'assalto all'Unione Industriali del capoluogo piemontese dello scorso 18 febbraio in occasione di una manifestazione studentesca. Tre le misure cautelari in carcere, quattro ai domiciliari e altrettanti gli obblighi di firma. Lesioni aggravate, resistenza e violenza le accuse contestate.
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Gip: "Fu violenza gratuita"

Per il gip c'era un'intenzione: caricare le forze dell'ordine, strumentalizzando una questione di elevato valore simbolico. Secondo il giudice la manifestazione non fu, dunque, un legittimo esercizio del diritto di manifestare il proprio pensiero, dunque, o di esprimere anche con toni accesi la propria posizione su una questione di importante attualità, il tema alternanza scuola-lavoro e le tragiche morti di giovani studenti, ma "un semplice esercizio di violenza gratuita fine soltanto a se stessa".

Indagine per associazione sovversiva su Askatasuna

"E' assurdo che con tutto quello che succede ad essere criminalizzati siamo noi", dice una portavoce del movimento studentesco respingendo "la tesi della questura" secondo cui Askatasuna sarebbe il regista delle proteste. Il centro sociale torinese Askatasuna è al centro di una vasta inchiesta della procura di Torino e della Digos per associazione sovversiva. Nel fascicolo, secondo quanto si apprende, compaiono a vario titolo i nomi di quasi un centinaio di indagati e compaiono anche reati (non meglio specificati) di terrorismo attribuiti a singole persone. Il caso verrà discusso la prossima settimana davanti al Tribunale del riesame di Torino: una prima richiesta di misure cautelari è stata Infatti respinta da un gip e la procura ha presentato ricorso.

l procedimento si innesta su migliaia di intercettazioni eseguite a partire dalla fine del 2019, dalle quali gli inquirenti ricavano, fra l'altro, che gli attivisti parlavano di egemonizzare il movimento No Tav, di infiltrarsi tra gli ambientalisti di Freedom for Future, di prestare aiuto ai migranti a condizione che aderissero alle loro ideologie. In ambienti della difesa replicano però che si trattava soltanto di conversazioni estemporanee a cui non bisogna dare peso.

Siap: "Chiudere subito Askatasuna"

Intanto, il sindacato di polizia Siap chiede la chiusura del centro sociale Askatasuna. "Questo è un segnale importante - scrive in una nota il segretario generale provinciale Pietro Di Lorenzo - che vengano individuati e perseguiti i violenti esponenti dei centri sociali che, oltre ad attentare direttamente alla vita delle donne e uomini in divisa, mettono a ferro e fuoco la nostra città ed è l'ennesima dimostrazione di quanto sia urgente procedere senza se e senza ma a chiudere covi come quello di Askatasuna". Per il Siap, le immagini e i video dell'assalto all'Unione industriali "nella loro durezza, testimoniano come a guidare gli studenti in protesta ci siano stati, come sempre, i professionisti del disordine dei centri sociali non dimenticando come, invece, in quei giorni la politica ipocrita avesse scaricato sulla polizia in piazza la responsabilità di quanto accaduto le settimane precedenti in altre manifestazioni".

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