Torino, le 12 mostre da non perdere a maggio 2022

Piemonte

Alla Biblioteca Reale è stata allestita la mostra "Nel Segno di Raffaello" mentre allo Spazio Musa sarà possibile fare un viaggio nel mondo delle copertine dei vinili d'autore visitando "Arte a 33 giri"

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Tra le mostre visitabili a Torino a maggio spicca "Nel segno di Raffaello", che si propone di raccontare settant'anni di storia del disegno italiano, con opere di artisti cinquecenteschi celeberrimi e di altri tuttora sconosciuti. Alla Gam di Torino visitabile per il sesto anno consecutivo la World Press Photo Exhibition, mostra che riporta le foto del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo. Al Parco Arte Vivente di Torino è aperta fino al 29 maggio la mostra collettiva "La Natura e la Preda", che affronta il tema della memoria coloniale attraverso i lavori di giovani artisti italiani emergenti.

Nel segno di Raffaello alla Biblioteca Reale

Settant'anni di storia del disegno italiano, con opere di artisti cinquecenteschi celeberrimi e di altri tuttora sconosciuti. È la mostra "Nel segno di Raffaello", promossa dal ministero della Cultura e dai Musei Reali di Torino, realizzata in partnership con Intesa Sanpaolo-Gallerie d'Italia e visitabile dal 29 aprile al 17 luglio alla Biblioteca Reale di Torino. "Nel segno di Raffaello" si apre con le opere di Perugino, da cui Raffaello Sanzio ebbe il battesimo artistico. La seconda sezione è dedicata ai seguaci di Raffaello, i giovani artisti che frequentavano la bottega dell'artista urbinate, Giulio Romano, Polidoro da Caravaggio, Perino del Vaga e Baldassarre Peruzzi. La terza sezione documenta il fervente clima artistico della Roma di Clemente VII, e presenta disegni del Parmigianino, di Biagio Pupini e Baccio Bandinelli. Il percorso espositivo, infine, si conclude con la ricostruzione di un foglio ricavato da tre frammenti, contenuti nel taccuino di modelli di Girolamo da Carpi.

Nel segno di Raffaello - ©Ansa

Naturecultures alle Ogr Torino

Dalla Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, opera cult degli anni Sessanta che ha anticipato le tematiche del riciclo dei materiali, all'Albero di 11 metri di Giuseppe Penone, che rivela la forma dell'albero da una trave industriale scolpendo attorno ai nodi, fino a The Sovereign Forest di Amar Kanwar, che denuncia forme di ingiustizia climatica e sociale. Sono alcune delle opere esposte ai binari 1 e 2 delle Ogr Torino, dal 29 aprile al 22 settembre, per la mostra "Naturecultures. Arte e Natura dall'Arte povera a oggi. Dalle Collezioni della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea Crt al Castello di Rivoli". Al centro dell'esposizione ci sono l'arte povera e l'emergere delle tematiche ecologiste nell'arte a parte dagli anni Sessanta.

Arte a 33 giri allo Spazio Musa

Un viaggio nel mondo delle copertine dei vinili d'autore, che dagli anni '40 a oggi ha rivoluzionato la grafica contemporanea e il modo di promuovere la musica. È l'originale mostra "Arte a 33 giri" che apre il 15 aprile presso lo Spazio Musa a Torino: 150 mitiche cover d'artista, ma anche sculture, dipinti, disegni, grafiche, e documenti che ci portano nel cuore di progetti creativi che hanno stimolato gli artisti nel realizzare veri e propri capolavori come ad esempio la cover componibile pensata per l'album dei Talking Heads "Speaking in Tongues" realizzata da Robert Rauchenberg. Il progetto è curato da Giorgia e Vincenzo Sanfo con la collaborazione e i contributi preziosi di Alessandra Mammì e di Red Ronnie e patrocinato da Città di Torino, Regione Piemonte e Premio Tenco. Da Matisse a Basquiat da Dubuffet a Beuys, la mostra attraversa tutta la storia della musica e dell'arte moderna e contemporanea, con la presenza di alcuni tra i suoi più grandi protagonisti. La mostra, che parte da alcune opere di Toulouse-Lautrec, antesignano degli artisti dediti alle illustrazioni musicali, documenta le ricerche di alcuni dei più grandi protagonisti dell'arte, spaziando da Dalí a Saville, da Vasarely, ad Ai Wei Wei, Gilbert & George, Magritte, Schnabel in un percorso che, dagli anni 30, arriva sino ai nostri giorni attraversando stili e movimenti. Degne di nota anche le importanti collaborazioni intercorse tra artisti e interpreti come quella tra Lady Gaga e Jeff Koons o tra Rolling Stone e Andy Warhol o ancora tra Bruce Springsteen e Annie Leibovitz.

Invito a Pompei a Palazzo Madama

Palazzo Madama presenta la mostra "Invito a Pompei", curata dal Parco Archeologico di Pompei e da Palazzo Madama e visitabile fino al 29 agosto. Si tratta di un 'invito' a entrare nelle case di Pompei, a scoprire quali erano le atmosfere, come erano arredate, quali oggetti erano usati quotidianamente dai suoi abitanti, come erano decorate e abbellite, attraverso un viaggio nel mondo pompeiano. Il percorso espositivo, nella maestosa Sala del Senato, dove si è fatta l’Italia, si snoda attraverso gli ambienti maggiormente rappresentativi delle case più lussuose della Pompei del I secolo d.C. La domus romana, per la prima volta a Torino, spalanca le sue porte ai visitatori, accogliendoli nell’intimità domestica e mostrando loro la normalità della vita quotidiana alle pendici del Vesuvio. Una ricca selezione di oltre 120 opere, tra arredi, statue, gioielli, bronzi, vetri e apparati decorativi è presentata al visitatore in un itinerario tra gli spazi domestici (l’atrio, il triclinio, il peristilio con il giardino, le stanze da letto), che termina con i drammatici calchi di alcune vittime.

Invito a Pompei - ©Ansa

I capolavori del MoMa di New York a Camera

I più grandi capolavori della storia della fotografia arrivano dal MoMA di New York a Torino. Dal 3 marzo al 26 giugno Camera - Centro Italiano per la fotografia ospita, per la prima volta in Italia, la mostra "Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York". Una selezione di oltre 230 scatti della prima metà del XX secolo di 121 artisti, nomi leggendari, ma anche autori meno conosciuti, che hanno ridefinito i canoni della fotografia facendole assumere un ruolo centrale nello sviluppo delle avanguardie di inizio secolo. Decenni particolari che spinsero il collezionista svizzero Thomas Walther a raccogliere, tra il 1977 e il 1997, le migliori opere fotografiche prodotte in questo periodo riunendole in una collezione unica al mondo, acquisita dal MoMA nel 2001 e nel 2017. La mostra nasce dalla collaborazione fra il Jeu de Paume di Parigi, il Masi di Lugano e Camera, dove è possibile vedere per l'ultima volta in Europa le opere prima che tornino negli Usa.

Aida, figlia dei due mondi al Museo Egizio

Il Museo Egizio di Torino celebra i 150 anni della prima rappresentazione dell'Aida di Verdi, il 24 dicembre 1871 al Cairo e alla Scala di Milano l'8 febbraio 1872, con una grande mostra "Aida, figlia dei due mondi". Ricchissima di documenti originali tra i quali la prima partitura dell'opera, ma anche lo straordinario modellino dell'Opera del Cairo costruito dai Laboratori del Teatro Regio sui bozzetti originali dell'egittologo e funzionario di Ismail, Auguste Mariette, è divisa in due sezioni. La prima è dedicata alle visioni del viceré Ismail Pascià e del suo funzionario Mariette, entrambi colpiti dal Don Carlos di Verdi visto all'Esposizione Universale di Parigi. La seconda alla genesi vera e propria dell'opera grazie ai materiali prestati dall'Archivio Storico Ricordi, dall'Archivio di Stato di Parma e dall'Istituto di Studi Verdiani. Resterà aperta fino al 5 giugno.

World Press Photo Exhibition alla Gam

La Gam di Torino ha inaugurato per il sesto anno consecutivo la World Press Photo Exhibition, la mostra che riporta le foto del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo. In tutto 134 lavori esposti fino al 18 settembre, compresi la foto vincitrice assoluta, di Amber Bracken per il New York Times, che immortala delle croci 'vestite' sulle tombe di 215 bambini indigeni trovate in Canada alla Kamloops Indian Residential School, e i vincitori delle diverse sezioni. Una mostra che proietta lo spettatore nelle viscere del mondo.

World Press Photo a Torino - ©Ansa

I numeri di Vincenzo Agnetti alla Gam

La mostra dedicata a Vincenzo Agnetti (Milano, 1926-1981), aperta alla Gam di Torino fino al 12 giugno, è il quinto appuntamento del ciclo espositivo nato dalla collaborazione tra l'Archivio Storico della Biennale di Venezia e la VideotecaGam ed è pensato per raccontare la stagione iniziale del video d'artista italiano tra anni Sessanta e Settanta. L'esposizione affronta, in particolare, un aspetto centrale del lavoro di Agnetti: la sostituzione tra parola e numero come azzeramento del linguaggio. Il tema emerge nelle sue opere a partire dal 1968 con la realizzazione della 'Macchina drogata', una calcolatrice che traduce i numeri digitati in sequenze di lettere che si combinano senza significato.

The World of Banksy alla Sala degli Stemmi di Porta Nuova

La Sala degli Stemmi della stazione di Porta Nuova ospita oltre 90 opere di Banksy, di cui 30 murales a grandezza naturale, realizzati da giovani street artist internazionali che raccontano il mondo del misterioso artista britannico, famoso per affrontare con ironia temi politici e di denuncia sociale. La mostra "The World of Banksy - The Immersive Experience" si potrà visitare fino al 29 maggio. Vicino ai più iconici capolavori Flower Thrower e Girl with Balloon che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, trova spazio anche una speciale sezione video che ripercorre la storia e il messaggio sociale dei murales realizzati da Banksy in strade, muri e ponti di tutto il mondo. La mostra ha già riscosso successo alla Stazione Centrale e al Teatro Nuovo di Milano e nelle città di Parigi, Barcellona, Praga, Bruxelles e Dubai.

The world of Banksy - ©Ansa

La natura e la preda al Pav

Al Parco Arte Vivente di Torino è aperta fino al 29 maggio la mostra collettiva "La Natura e la Preda", che affronta il tema della memoria coloniale attraverso i lavori di giovani artisti italiani emergenti: Irene Coppola con Vito Priolo, Edoardo Manzoni, Daniele Marzorati e Alessandra Messali. È una storia politico-sociale delle piante e degli animali, affidata ai quattro giovani artisti e artiste italiane, che indagano sulla rappresentazione dell'esotico, della caccia, della sperimentazione coloniale sulle piante. Nel periodo in cui la mostra è aperta al pubblico, su prenotazione, le Attività Educative e Formative del Pav propongono alle scuole e ai gruppi i laboratori Wunderkammer d'Altrove, una raccolta di curiosità immaginifiche, in bilico fra il vero e il falso.

Frida Kahlo nelle foto di Muray a Palazzina Stupinigi

Dopo lo stop forzato causa Covid a pochi giorni dall'apertura nel 2020, torna alla Palazzina di Stupinigi, fino al 5 giugno, la mostra "Frida Kahlo Through the Lens of Nickolas Muray", una carrellata di 60 scatti di Nickolas Muray, suo amico e amante per tanti anni. Scatti che fanno entrare il visitatore nella vita più intima e segreta della celebre artista messicana, nella sua Casa Azul, nei suoi giardini, tra i suoi oggetti e vestiti. Un viaggio sentimentale in luoghi come la sua camera da letto col famoso letto d'arte e lo studio. A completare l'ambientazione, la riproduzione degli abiti e dei monili, per mostrare il suo stile unico, di ispirazione etnica e tribale, che ha fatto scuola. In mostra anche un focus sugli amori di Frida, con le lettere originali scambiate con Nickolas Muray e il documentario 'Artists in Love', in collaborazione con Sky Arte, sulla relazione tormentata con Diego Rivera. Molti i contributi multimediali, caratteristica delle produzioni di Next Exhibition, come l'area immersiva nella Citroniera di Ponente, dove il pubblico può seguire video prodotti dalla stessa Kahlo. E nell'area merchandising, la nuovissima esperienza VR per 'vedere con gli occhi di Frida' gli interni di Casa Azul, grazie alla tecnologia degli Oculus.

La street photography di Vivian Maier ai Musei Reali 

Ombre, specchi che duplicano e moltiplicano i volti, immagini riflesse dalle vetrine, gesti e sguardi della gente comune e della buona borghesia, bambini e persone senza fama, destinate a non lasciare segni del loro passaggio, e la presenza ricorrente dei quotidiani, un tema che si sarebbe trasformato in una ossessione. E' il mondo su cui per decenni si è posato l' occhio di Vivian Maier, la bambinaia che dagli anni Cinquanta coltivò tra New York e Chicago la passione per la fotografia accumulando un patrimonio di centocinquantamila scatti di cui non si è mai saputo nulla fino al 2007, due anni prima della sua morte. Le scatole che contenevano i rullini da sviluppare di parte dell'archivio, custodito in un box di cui la fotografa aveva smesso di pagare l'affitto, vennero messe all' asta e comprate da un giovane agente immobiliare, John Maloof, che svelò così un tesoro unico nella storia della fotografia. A raccontare il mistero e la scoperta di un talento tanto particolare sono le 270 immagini riunite nella prima grande retrospettiva "Vivian Maier inedita" che i Musei Reali di Torino dedicano fino al 26 giugno all'artista, antesignana silenziosa del periodo d'oro della street photography. Le Sale Chiablese del complesso museale svelano un percorso affascinante della ricerca condotta dalla maestra dello scatto parallelamente al lavoro di bambinaia e governante svolto per 40 anni.

La mostra dedicata a Vivian Maier - ©Ansa

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