Gli inquirenti hanno eseguito anche tre misure di custodia cautelare nei confronti dei complici di Kristjan Mehill, il 29enne fuggito dal carcere calandosi dalla sua cella con delle lenzuola
Si era calato dalla sua cella con delle lenzuola, come in un film, facendo perdere le sue tracce la notte di Capodanno, ma è stato catturato in Olanda Kristjan Mehilli, evaso due mesi fa dal carcere di Vercelli. Tre le custodie cautelari eseguite a carico dei complici dalla polizia di Vercelli e dal Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria di Torino, a conclusione di una prolungata indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica. A quanto si è appreso, l'evaso verrà a breve estradato in Italia.
Il detenuto evaso
Mehilli, 29enne di origini albanesi, era in carcere per una serie di furti in villa messi a segno tra Piemonte e Lombardia. Faceva parte della banda "dagli occhi di ghiaccio" che, nel novembre del 2018 a Cella Monte, nell'Alessandrino, fece irruzione nella villa di Riccardo Coppo, noto imprenditore vinicolo del Monferrato, portando via contanti e preziosi per circa 40 mila euro. "Se non mi porti alla cassaforte ti sparo", la minaccia all'imprenditore, a cui più volte, durante la rapina, venne puntata una pistola alla tempia. Armati e violenti, i banditi, arrestati dai carabinieri nel maggio del 2019, agivano con tecniche militari, le stesse probabilmente utilizzate per preparare l'evasione di Mehilli, che a Vercelli doveva scontare una pena fino al 2029.
Documenti e green pass falsi
Sono stati alcuni documenti falsi trovati fuori dal carcere, tra cui un Green pass falsificato, e un'impronta digitale sul cric usato per la fuga, gli elementi chiave per fermare la fuga di Mehilli. Le indagini della Polizia, coordinate dalla Procura di Vercelli, hanno permesso di ricostruire gli spostamenti del criminale, effettuati con l'aiuto di tre complici, tutti albanesi, di cui due incensurati, e il terzo, fratello dell'evaso, con precedenti. La fuga è stata possibile dopo il taglio delle inferriate della cella, al quarto piano del carcere, e dopo essersi calato con le lenzuola annodate. Il compagno di cella non è riuscito a evadere per la rottura delle lenzuola e la caduta rovinosa a terra. Ad attenderlo al di là del muro di cinta un primo complice, che tramite un cric ha divaricato le sbarre, è entrato nel cortile e ha lanciato una corda per superare la cinta intermedia. Da lì la fuga su un'automobile rubata il pomeriggio precedente fino a Legnano (Milano), dove gli inquirenti hanno rinvenuto l'auto ferma in un parcheggio.
Procuratore di Vercelli: "Fuga da film, c'era necessità di reagire"
"Fughe del genere si vedono nei film, più che nella realtà. Eppure è successo, e abbiamo cercato di correre subito ai ripari", ha spiegato il procuratore di Vercelli, Pier Luigi Pianta. "E' stato un lavoro ben organizzato - ha aggiunto -, in occasioni critiche come questa c'è la necessità di reagire ed è ciò che è stato fatto". Insieme a Pianta, hanno illustrato l'esito delle indagini anche il questore di Vercelli, Maurizio Di Domenico, il dirigente della Squadra Mobile della polizia di Vercelli, Gianluca Tuccillo, e Roberto Streva, del Nucleo investigativo polizia penitenziaria. Il fascicolo è ancora aperto, ci sono indagini in corso e devono essere completati alcuni accertamenti.