Incendio a Beinasco, ricaduta fumi aumenta inquinamento: ‘zona rossa’ intorno a edificio
PiemonteNessuno potrà accedere alle aree intorno alla struttura andata in fiamme. Alcune scuole del paese restano chiuse anche oggi mentre procede l’attività di bonifica e investigazione da parte dei vigili del fuoco
La ricaduta dei fumi provocati dal maxi incendio di materie plastiche alla Demap di Beinasco (in provincia di Torino) ha raggiunto nella tarda serata di ieri la concentrazione massima dall'inizio del rogo in alcuni punti della città prossimi alla fabbrica (LE ANALISI DI ARPA). Attorno all'edificio bruciato è stata creata una 'zona rossa' dove a nessuno è consentito l'accesso. Alcune scuole di Beinasco restano chiuse anche oggi mentre procede l'attività di bonifica e investigazione dei vigili del fuoco.
L'ordinanza del sindaco
L'ordinanza emanata ieri da sindaco di Beinasco Manuel Cannati vieta la residenza e le attività lavorative all'area nel raggio di circa 400 metri dall'incendio, dove devono rimanere chiuse fabbriche, negozi e ogni tipo di attività. La concentrazione di inquinanti nelle vicinanze dell'incendio è attorno alla soglia di allarme. Il Comune ha già fornito alle famiglie che vivono nella zona, quando necessario, una sistemazione alberghiera fino al migliorare della situazione. Resta valida la raccomandazione ai cittadini residenti nelle zone di Fornaci e Beinasco Centro di tenere le finestre chiuse e di uscire di casa solo se necessario, utilizzando preferibilmente una mascherina ffp2. "La situazione - spiega l'amministrazione - è in continua evoluzione a causa del variare delle temperature e delle correnti: il Sindaco e il Centro Operativo Comunale monitorano costantemente la situazione al fine di evitare situazioni di rischio per la salute dei cittadini beinaschesi".
Le nuove analisi di Arpa
L'Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) ha misurato una concentrazione pari a 385 ppb (parti per bilione) dell'insieme dei cov (composti organici volatili) in viale Risorgimento, 318 ppb in via Anselmetti, 248 in strada del Drosso, 245 nella zona del centro commerciale Ipercoop, 256 in via Falcone.
Dalle analisi è risultato, tra gli altri composti organici misurati, una concentrazione di acido fluoridrico almeno 10 volte più alta "rispetto al valore di fondo antropico" e con "valori anomali rispetto al fondo di aree industriali similari". La produzione "di sostanze inquinanti che si generano dal raffreddamento della massa di rifiuti ancora soggetta ad azione dei vigili del fuoco è una costante durante l'intera giornata", precisa Arpa che ha avviato anche analisi sulla presenza di fibre disperse dell'amianto contenuto nel tetto, crollato nel rogo. Parallelamente al controllo degli inquinanti nell'aria l'Arpa ha dato indicazioni circa il contenimento delle acque di raffreddamento che sono convogliate in massima parte nella rete fognaria e in una parte significativa, ma minore, attraverso ditte specializzate al trattamento di queste acque, prelevate dalle vasche di contenimento e avviate all'impianto di trattamento".
Le indagini sul rogo
Al momento, l'ipotesi più accreditata è quella del corto circuito. Quando è scoppiato l'incendio, nel pomeriggio di domenica scorsa, nel capannone si trovavano alcuni dipendenti che, dopo avere tentato di fermare il fuoco, sono riusciti a mettersi in salvo.