Le persone coinvolte dovranno rispondere a vario titolo di associazione a delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, falsità ideologica in atto pubblico e usura, aggravati dalla transnazionalità
Sei persone sono state poste agli arresti domiciliari dalla Dia tra Torino e la provincia di Reggio Calabria con l'accusa di aver rivenduto in Italia auto di lusso provenienti dall'estero a prezzi vantaggiosi grazie a espedienti fiscali, falsi documenti e prestanome. Dovranno rispondere a vario titolo di associazione a delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, falsità ideologica in atto pubblico e usura, aggravati dalla transnazionalità.
Le indagini
L'operazione è un'ulteriore sviluppo dell'inchiesta "Platinum Dia" che lo scorso maggio ha portato all'arresto di 33 persone, tra Italia, Germania, Spagna e Romania. Secondo quanto accertato, l'immatricolazione in Italia era curata da due donne, la titolare e la dipendente di un'agenzia di pratiche auto. Coinvolti nell'indagine anche il titolare di un'auto rivendita e noleggio in Calabria e a Milano e il responsabile del ritiro delle autovetture in Germania. Tra gli arrestati anche due persone di origini calabresi residenti in Alta Baviera. Sequestrati, a carico degli indagati, mezzo milione di euro. Per fatti analoghi, il 20 ottobre scorso, in Italia e Germania, la Procura Europea, sede di Monaco di Baviera, aveva delegato l'esecuzione di 14 misure cautelari legate sempre all'ipotesi di "frode Iva transfrontaliera", gestita da un gruppo criminale organizzato.