Sono ritenuti responsabili di concorso in traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti
La droga, durante il lockdown, arrivava a domicilio grazie a corrieri giovani e incensurati. Alle prime ore del giorno, i carabinieri di Torino hanno smantellato due organizzazioni criminali e hanno eseguito 14 misure cautelari (11 arresti e tre obbblighi di dimora) nei confronti di 13 italiani e un colombiano. Sono ritenuti responsabili di concorso in traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Quattro degli arrestati, tra cui uno dei capi dell'organizzazione, percepivano il reddito di cittadinanza. Sono trenta le persone indagate e ottanta quelle segnalate alla prefettura come assuntori.
L'indagine
L'indagine, condotta tra maggio e novembre 2020 dai carabinieri di Venaria Reale, ha portato alla luce l'esistenza di un'organizzazione che agiva nell'hinterland torinese, con base operativa nel quartiere Barriera Milano a Torino. Il gruppo riforniva di hashish e marijuana i pusher che consegnavano a domicilio, o in luoghi pubblici, le dosi ai clienti. Durante l'inchiesta i militari hanno arrestato tre pusher e sequestrato complessivamente 10,5 chili di hashish e 1,4 chili di marijuana, oltre a mille euro ritenuti provento dell'attività illecita.
Il modus operandi
Utilizzavano il loro vero mestiere per evitare i controlli sui loro spostamenti, durante il lockdown, ma anziché recarsi al lavoro spacciavano droga. Ai vertici - secondo le accuse - due fratelli, S.C. e G.C. di 29 e 26 anni, titolari di una azienda di pulizie, F.B., 48 anni, e M.T., 52 anni. Per soddisfare le richieste della clientela, le due organizzazioni lavoravano insieme. Una cinquantina le cessioni di droga accertate dai militari dell'Arma tra maggio e novembre dello scorso anno. Avvenivano per lo più nel parcheggio di alcuni centri commerciali dell'hinterland torinese, a Collegno o a Venaria, o davanti ad un sexy shop torinese di proprietà di uno degli arrestati. I corrieri-muratori fingevano di essere impegnati nel rifacimento del manto stradale e circolavano su auto con tanto di lampeggiante Anas. Gli addetti alle pulizia raggiungevano invece i condomini dove non avevano contratti ma clienti per la droga.