Torino, barista s'incatena al dehors del locale: "Ristori insufficienti"

Piemonte

"Ho perso in mancati incassi 65 mila euro a causa dei vari lockdown", sottolinea l'uomo chiedendo un incontro al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio

Il titolare di un bar di via San Secondo, a Torino, è incatenato da ieri al dehors del locale che gestisce insieme alla moglie. L'uomo, Salvatore Chiarello, che ha ricevuto un'ingiunzione di pagamento per due mesi d'affitto non versati, protesta contro il governo e la mancanza di ristori adeguati per far fronte alla crisi economica dovuta alla pandemia. "Lo Stato ci abbandona con ristori insufficienti - si legge su un cartello alle sue spalle - rischiamo di perdere la nostra attività". "Ho perso in mancati incassi 65 mila euro a causa dei vari lockdown", sottolinea Chiarello chiedendo un incontro al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Sul posto è intervenuta la polizia.  (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

Salvatore Chiarello ammanettato al dehors del proprio locale, il bar Retrò
Salvatore Chiarello ammanettato al dehors del proprio locale, il bar Retrò - ©Ansa

Lavoratori dello spettacolo occupano ponte Umberto I 

Intanto alcuni lavoratori dello spettacolo oggi pomeriggio hanno occupato per protesta il ponte Umberto I, che collega corso Vittorio Emanuele e corso Moncalieri. "Questa è la 16esima manifestazione che facciamo in questo anno di pandemia - dice Elio Balbo, portavoce torinese di categoria - e non abbiamo ottenuto nulla se non qualche bonus. Una risposta vergognosa, un'elemosina". "Ditelo, scrivetelo sui giornali che siamo esasperati, che non ce la facciamo più - aggiunge Andrea, tecnico luci - e occupiamo il ponte perché sia chiaro. Chiediamo un tavolo permanente vero e una riforma totale del settore che contempli tutele perché in caso di crisi non si sia obbligati a cambiare mestiere dopo decenni di professionalità. Abbiamo esaurito la pazienza". 

"Ridare dignità alla nostra professione"

"Occorre che in questo Paese si capisca in modo definitivo che il lavoro nel campo dello spettacolo e dell'arte è un lavoro a tutti gli effetti e che ha bisogno delle tutele e della considerazione politica e sociale che hanno tutti i lavori. Il Covid ha semplicemente portato in superficie un problema enorme che c'era già prima, per questo parliamo di cambio di passo necessario e di riforma del settore". Lo afferma Giulia Mengozzi, dipendente di un Centro d'arte di Torino e membro di Art Workers Italia, alla manifestazione di Torino. "Il nostro settore produce fatturato e introito fiscale - aggiunge Mengozzi - e il nostro lavoro sostiene le nostre famiglie come tutti gli altri lavori. La mancanza di un sistema normativo che lo descriva e interpreti ha creato il vuoto pneumatico che ci siamo trovati davanti con il Covid. È importante capire che nulla deve essere più come prima. E lo dico anche a noi stessi, dobbiamo auto educarci e lavorare all'interno del sistema per una sua totale revisione. In senso etico, politico e sociale. Ai lavoratori dello spettacolo va restituita dignità".

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