Le misure cautelari sono state eseguite dalla guardia di finanza di Torino nel corso di un’operazione coordinata dalla Dda della procura cittadina in collaborazione col comando provinciale di Napoli. Sequestrati beni per 130 milioni di euro. L’organizzazione dal 2018 avrebbe movimentato circa 18mila tonnellate di rifiuti metallici
I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, in collaborazione con il comando provinciale di Napoli, hanno eseguito 15 misure cautelari (10 in carcere, 5 ai domiciliari) nel corso dell’operazione “Ferramiù” (termine dialettale piemontese che indica il compratore e rivenditore di oggetti usati, generalmente in metallo) coordinata dallla Direzione distrettuale antimafia della procura di Torino (tramite il pm Valerio Longi). Il provvedimento è stato notificato ai presunti appartenenti a una associazione per delinquere internazionale finalizzata al traffico illecito di rifiuti metallici, all'autoriciclaggio e all'emissione e utilizzo di documenti attestanti operazioni inesistenti. Sequestrati beni per 130 milioni di euro, tra disponibilità finanziarie, immobili, veicoli e società.
Le indagini
Le indagini sono iniziate nel 2018 in seguito alla segnalazione relativa ad anomale movimentazioni finanziarie tra un'impresa slovacca e un'azienda torinese, con sede secondaria in Campania, per attività di commercio di materiale ferroso. Secondo l'accusa, l'organizzazione era caratterizzata da una molteplicità di uffici, persone coinvolte, ruoli, mezzi utilizzati, imprese di trasporto, società italiane e straniere. Dal 2018 avrebbe movimentato circa 18.000 tonnellate di rifiuti metallici.
L’organizzazione
I membri dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, acquistavano rifiuti metallici in nero, ne falsificavano i documenti per farli sembrare regolari e li consegnavano a fonderie o altre società del settore per essere reimmessi nel circuito produttivo.