"I cosiddetti esperti dicono da un anno le stesse cose, ma nessuno ha niente e noi ci ritroviamo fuori dalle classi", aggiunge Maya, studentessa 16enne del liceo classico Gioberti
Metà degli studenti piemontesi sono da oggi di nuovo in dad e torna la protesta in piazza Castello a Torino, con i ragazzi che seguono le lezioni davanti al palazzo della Regione. "Chiudono le scuole, ma non ci dicono perché. Meglio un lockdown totale che chiudere solo la scuola. Avrebbe più senso", dice Anita, la 12enne che con il suo esempio ha ispirato la protesta contro la didattica a distanza in tutta Italia. "I cosiddetti esperti dicono da un anno le stesse cose, ma nessuno ha niente e noi ci ritroviamo fuori dalle classi", aggiunge Maya, studentessa 16enne del liceo classico Gioberti. "Certo che siamo arrabbiati - aggiunge - Nella mia scuola non ci sono praticamente casi di Covid". "Dopo un anno siamo nella stessa situazione - afferma Carola Messina, di 'Priorità alla scuola' - Poi il ministero smentisce se stesso: prima dice che i figli dei lavoratori essenziali possono seguire le lezioni in presenza e poi invece si rimangia tutto. Stiamo valutando anche di fare ricorso". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)
Le dichiarazioni
"Dopo un anno - spiega Messina, referente torinese del comitato 'Priorità alla scuola' - siamo nella stessa identica situazione, con danni incredibili ai ragazzi e alle ragazze". Secondo 'Priorità' con la chiusura delle scuole sono aumentati "i casi di depressione, ansia, suicidio. A tutto ciò si aggiunge la beffa che neppure i figli dei lavoratori essenziali sono tutelati. Si chiede un grande sforzo a una categoria di lavoratori, ma non si tutelano in nessun modo. Il peso del welfare familiare é sulle spalle delle donne e sono le donne a rimanere a casa in questa situazione", conclude Messina.