Torino, tumore al rene asportato da robot mentre paziente è sveglia: prima volta al mondo

Piemonte
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L’intervento è stato eseguito presso l’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette. Un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno a una 63enne che, a causa della precedente asportazione di un polmone, non sarebbe sopravvissuta all’anestesia totale nell’80 per cento dei casi. La donna: “Sono viva per miracolo”

Presso l'Urologia universitaria dell'ospedale Molinette di Torino è stato eseguito un intervento di rimozione di un tumore su una paziente 63enne mentre quest’ultima era sveglia. Un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene da una donna che, a causa della precedente asportazione di un polmone non sarebbe sopravvissuta all'anestesia totale nell'80% dei casi.

L’intervento

Grazie alla combinazione della tecnica robotica assistita con il sistema Da Vinci e di tecnologie di ricostruzione tridimensionale delle immagini che hanno guidato l'intervento, il tumore è stato eliminato completamente, salvando il rene e la paziente.

L’anestesia tramite agopuntura

L'anestesia è avvenuta tramite agopuntura. L'operazione è stata pianificata in coordinamento fra l'Anestesia ospedaliera e l'Anestesia universitaria delle Molinette. Cruciale ottenere un livello di anestesia periferica ottimale, in modo che la paziente restasse sveglia e assolutamente immobile durante le due ore dell'intervento. In caso contrario, i bracci di lavoro rigidi del sistema robotico non avrebbero potuto operare in sicurezza.

Le parole del direttore di Urologia

"Quando esaminai la documentazione - spiega il professor Paolo Gontero, direttore dell'Urologia universitaria dell'ospedale torinese - dissi subito alla paziente che il caso era oltremodo complesso poiché la chirurgia robotica, l'unica tecnologia che ci avrebbe permesso di asportare un tumore di oltre cinque centimetri in modo mini-invasivo salvando il rene, non era mai stata usata in un paziente sveglio. Ma grazie alla forza e al coraggio di questa donna, e alla collaborazione di un team di alta professionalità, abbiamo dimostrato per la prima volta al mondo la fattibilità dell'uso della tecnologia robotica su paziente sveglio".

La paziente: “Sono viva per miracolo”

"Sono viva per un miracolo - sottolinea la paziente - e ho scoperto la possibilità che mi ha salvato la vita grazie a un articolo di giornale. Sono di Roma e ho girato molti ospedali, poi, grazie al Cielo, ho letto che a Torino venivano eseguiti interventi chirurgici senza anestesia totale, usando l'agopuntura. Devo la vita allo staff del professor Paolo Gontero e a Fabio Gobbi, il medico che ha praticato l'anestesia con questa tecnica innovativa. Voglio che tutti sappiano della qualità eccelsa di questo ospedale. Qui ho trovato una professionalità unica e una umanità davvero radicata in tutti, dal portantino fino al primario. Sono rimasta ricoverata neppure una settimana, poi ho salutato questo reparto splendido e sono tornata a Roma in treno".

“Occorre buona volontà di sopravvivere e fidarsi sempre degli altri”

"La mia vita di lavoro – racconta ancora la 63enne - è stata nel mondo della moda, per cui ero stata a Torino al Gft moltissimi anni fa, all'inizio della mia carriera. Ora lavoro nell'orto e nel giardino, ho tanti amici, e il Covid mi ha aiutata a riscoprire tante bellissime cose  (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI). Nella vita non bisogna perdere tempo e si deve godere di ogni momento. Io ero spacciatissima già otto anni fa, ma sono sempre stata positiva. Occorre avere una buona volontà di sopravvivere e fidarsi sempre degli altri: attitudini che mi hanno salvata

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