Truffe agli anziani, operazione “Cara Nonna”: arresti e perquisizioni nel Novarese

Piemonte
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I raggiri venivano realizzati simulando incidenti inesistenti o fingendosi familiari in pericolo di vita a causa del Covid-19. Il gruppo criminale si è reso responsabile di oltre 50 truffe nelle province di Novara, Vercelli, Como e in territorio elvetico

Un'associazione a delinquere, a carattere transnazionale, che commetteva truffe aggravate nei confronti di persone anziane e vulnerabili è stata smantella durante l'operazione della polizia, nome in codice 'Cara Nonna' (Droga Babciu in polacco), scattata questa mattina e che ha portato ad eseguire arresti e perquisizioni, a Novara e in provincia.

Le truffe agli anziani

Le indagini della Squadra Mobile hanno portato ad accertare che il gruppo criminale, con sede logistica in Polonia e centrale operativa a Novara, si è reso responsabile di oltre 50 truffe nelle province di Novara, Vercelli, Como e in territorio elvetico. I raggiri venivano realizzati con il noto metodo del 'Caro Nipote', simulando incidenti inesistenti o familiari in pericolo di vita per infezione da Covid-19.

I raggiri e gli arresti

"Nonna, sono Marco. Dai i gioielli alla persona che ti mando, ho bisogno di aiuto", è una delle tante telefonate con cui i componenti dell'organizzazione criminale agganciavano le vittime. Persone anziane, spesso sole, che credevano davvero di poter aiutare il loro caro, finendo col consegnare oro e risparmi di una vita a malviventi senza scrupoli. L'operazione ha portato all'emissione di quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre ai domiciliari e due misure cautelari dell'obbligo di presentazione alla polizia. Altre persone sono indagate a piede libero. Partita nel marzo dello scorso anno, con l'arresto in flagranza di due truffatori, l'inchiesta ha portato a scoprire la centrale dell'organizzazione in Polonia. Da qui partivano le telefonate alle vittime e il 'gruppo' novarese provvedeva poi a inviare gli 'esecutori'. Le indagini, condotte mediante pedinamenti, appostamenti e complesse attività di intercettazione, rese difficoltose dal fatto che i 'telefonisti' operavano dall'estero, hanno permesso di ricostruire la struttura del gruppo criminale e di individuare una cinquantina di episodi avvenuti, dal gennaio all'agosto 2020 per un bottino di oltre 400 mila euro.

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