Covid Torino, liceo vieta protesta contro Dad: lezioni solo da casa

Piemonte

“Non è consentito il collegamento da luoghi diversi dalla propria abitazione, quali possono essere parchi, vie cittadine, bar o ambienti di ritrovo, per ragioni di sicurezza e responsabilità”, si legge in una circolare firmata dal dirigente scolastico del liceo classico Gioberti i cui studenti da alcuni giorni seguono le lezioni online seduti fuori dall'istituto

Il liceo classico Gioberti di Torino vieta la protesta contro la didattica a distanza dei suoi allievi, che da alcuni giorni stanno seguendo le lezioni online seduti fuori dall'istituto di via Verdi. Una circolare, firmata dalla dirigente scolastica Miriam Pescatore, annuncia agli studenti che "non è consentito il collegamento da luoghi diversi dalla propria abitazione, quali possono essere parchi, vie cittadine, bar o ambienti di ritrovo, per ragioni di sicurezza e responsabilità. Dal momento che luoghi di questo tipo non favoriscono le condizioni necessarie per la concentrazione e l'attenzione richiesta durante le lezioni". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTIMAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

Istituto comprensivo Torino a 12enni: "Avete violato legge"

Con la protesta in strada contro la didattica a distanza "avete di fatto violato una disposizione di legge anteponendo pericolosamente i vostri diritti a quelli di tanti altri che come voi, come tutti noi, in questo momento difficile stanno combattendo lontano dai riflettori ed in silenzio, accettando ciò che lo Stato e le sue leggi, garanzia della democrazia, ci impongono". È uno dei passaggi della lettera che lo staff e i docenti dell'Istituto comprensivo 'Niccolò Tommaseo' di Torino hanno scritto alle due dodicenni della scuola media 'Italo Calvino' - che fa parte dello stesso istituto -, protagoniste della protesta in strada, sedute vicino all'ingresso della scuola, contro la didattica a distanza. "Care Anita e Lisa, scriviamo da educatori e da insegnanti di quella scuola in presenza che tutti amiamo e per la quale lottiamo ogni giorno", è la premessa nelle prime righe della lettera. La dirigente scolastica Lorenza Patriarca, che è anche consigliera comunale del PD, spiega che "è giusto manifestare il proprio dissenso, ma non violando una norma pensata per proteggere tutti e che funziona solo e nella misura in cui tutti la rispettano". "ll nostro senso di responsabilità - prosegue la lettera firmata dai docenti della scuola - affonda le sue radici nella consapevolezza che la nostra società civile si regge su delle regole necessarie alla convivenza ed in questo momento così drammatico. l'unico modo che abbiamo per superare questa crisi è proprio il rispetto delle regole". 

"Vi invitiamo a seguire lezioni da casa"

"Alla scuola spetta anche il compito di difendere i soggetti fragili, gli studenti che non sono in salute e coloro che hanno genitori o fratelli che convivono con le malattie - scrivono ancora i docenti della Tommaseo - una comunità ha tante esigenze, e queste regole così difficili da rispettare hanno un loro fondamento, non sono divieti sanzionatori, ma rispetto e tutela dei deboli e di tutti noi perché la diffusione del virus sta correndo ancora troppo velocemente". Poi l'invito alle due studentesse: "Care ragazze, per queste ragioni vi invitiamo a seguire le lezioni da casa così come fanno i vostri compagni, non perché non condividiamo le vostre ragioni, ma perché lo stare all'aperto potrebbe generare assembramenti (di giornalisti, di curiosi, di chi nega l'emergenza) e provocare emulazione in altri studenti con il rischio di far circolare il virus e appesantire una situazione che è già molto grave. I nostri ospedali sono al collasso e se non interrompiamo la catena del contagio, i tempi delle restrizioni si allungheranno e non potremo riappropriarci della nostra preziosissima libertà".

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