Lo sbaglio, secondo la Cassazione che ha annullato il provvedimento, si spiega "verosimilmente" con "il frutto di un errore di un'allegazione di tale motivazione al frontespizio della decisione riguardante il ricorrente"
La condanna era stata regolarmente pronunciata, ma le motivazioni della sentenza riguardavano un processo differente con un altro imputato. È successo negli uffici della Corte d'appello di Torino. Un errore che ha costretto la Cassazione a intervenire e ad annullare il provvedimento, ordinando un nuovo passaggio davanti ai giudici, probabilmente inutile perché, come ha fatto notare il pg Marco Dall'Olio, il reato è ormai caduto in prescrizione.
L'errore
Il caso è quello di Mario F., 50 anni, che il 22 febbraio 2019 si è visto confermare dalla Corte subalpina una condanna a quattro mesi per resistenza a pubblico ufficiale. Ma la sentenza si riferisce a un'altra vicenda con un imputato dal nome completamente diverso, accusato di due reati, resistenza e lesioni. Lo sbaglio, secondo la Cassazione, si spiega "verosimilmente" con "il frutto di un errore di un'allegazione di tale motivazione al frontespizio della decisione riguardante il ricorrente". Uno scambio di fogli, insomma, che però ha costretto i giudici ad annullare la sentenza con rinvio.