"Gli studenti, i commercianti, i ristoratori devono sapere che con questo sacrificio contribuiranno a salvare delle vite - si legge in una nota -. Noi medici ce la metteremo tutta per fare lo stesso, ma avevamo avvertito: mai più come a marzo. Invece: peggio di marzo"
Il nuovo lockdown è "la risposta a quanto avevamo chiesto". Lo sostiene in una nota Anaao Assomed Piemonte, associazione dei medici e dei dirigenti nazionali piemontesi. Ieri la firma del premier Giuseppe Conte del nuovo Dpcm dedicato all'emergenza Coronavirus (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - MAPPE E GRAFICI) e l'inserimento del Piemonte nella zona rossa (MAPPA DELLE REGIONI).
I medici: "Situazione peggiore rispetto a marzo"
Anaao Assomed Piemonte nei giorni scorsi aveva chiesto al Governo l'istituzione della zona rossa. "Gli studenti, i commercianti, i ristoratori devono sapere che con questo sacrificio contribuiranno a salvare delle vite - si legge nel comunicato -. Noi medici ce la metteremo tutta per fare lo stesso, ma avevamo avvertito: mai più come a marzo. Invece: peggio di marzo".
"Ospedali sono al collasso"
"Adesso gli ospedali sono al collasso, c'è il concreto rischio di non riuscire a curare i malati. E questo per un medico sarebbe davvero la pena maggiore: dover decidere chi curare", aggiunge l'Anaao Assomed Piemonte, secondo cui "gli effetti delle nuove restrizioni si vedranno tra 15 giorni, e per 15 giorni dovremo trattare i pazienti negli ospedali da campo, sperando che dopo vada meglio. Ora la situazione è critica - insiste l'associazione dei medici -: il contact tracing è saltato, i pronto soccorso continuano a vicariare le carenze del Territorio, i medici ospedalieri sono pochi, stanchi e nonostante tutto gestiscono una seconda ondata pandemica peggiore della prima".
"Chi gestisce Sanità tuteli medici ospedalieri"
L'associazione chiede quindi che le scuole medie "rimangano aperte per i lavoratori essenziali, in modo che i sanitari possano lavorare sapendo dove lasciare i figli minori. Chiediamo che il Territorio faccia finalmente la sua parte. Pretendiamo che chi gestisce la Sanità tuteli i medici ospedalieri - conclude la nota -, perché adesso, come a marzo, siamo noi che stiamo curando la popolazione".