Covid, Cirio su ordinanza: “Non vogliamo bloccare il Piemonte”

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Così il governatore della Regione a Sky TG24: “I problemi sono sui mezzi di trasporto pubblico per andare a scuola e sui centri commerciali. Per questo la nostra ordinanza in modo selettivo va a individuare restrizioni solo su questi ambienti, senza danneggiare gli altri”

“Non vogliamo bloccare il Piemonte. Continuiamo a difendere la possibilità che negozi, bar e ristoranti possano continuare la loro attività fino a mezzanotte. Vogliamo colpire in modo chirurgico, ovvero non far pagare a tutti problemi che noi sappiamo essere circoscritti: i problemi sono sui mezzi di trasporto pubblico per andare a scuola e sui centri commerciali. Per questo la nostra ordinanza in modo selettivo va a individuare restrizioni solo su questi ambienti, senza danneggiare gli altri”. Lo ha detto a Sky TG24 il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio (CORONAVITUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO - NUOVA ORDINANZA IN PIEMONTE).

“Scuola in presenza va garantita”

La didattica a distanza, ha spiegato Cirio, sarà “per quei ragazzi che si può prevedere siano a casa da soli, per i quali la didattica a distanza è qualcosa che possono seguire senza essere danneggiati nel loro percorso. La scuola in presenza va garantita, le scuole in Piemonte sono aperte dall’infanzia, a elementari, medie e primo anno delle superiori. Per gli ultimi anni abbiamo preso una decisione perché non possiamo far finta di non vedere quello che succede. Il trasporto pubblico per la scuola ammassa i ragazzi. A scuola sono in sicurezza, ma quando escono o arrivano no. Bisognava intervenire. Da lunedì per gli ultimi quattro anni delle superiori si farà metà didattica in presenza e metà a distanza, alternata, alleggerendo il trasporto pubblico potenzialmente di 70mila unità al giorno”. Queste misure basteranno a evitare un lockdown completo “se saremo bravi, se ce lo saremo meritato anche con il nostro comportamento personale”.

“In Piemonte test rapidi per tutti”

“Abbiamo un milione di test rapidi – ha spiegato Cirio - a disposizione del servizio pubblico regionale. Li usiamo per testare tutte le Rsa del Piemonte ogni 15 giorni da qui alla fine di gennaio, nelle scuole, sul personale sanitario della regione, negli ospedali e nei pronto soccorso, negli uffici sensibili come quelli giudiziari. Ma vogliamo allargare a tutti i privati. Per questo in Piemonte da oggi è possibile, presso tutti i laboratori pubblici e privati, chiedere il test rapido.”

Come fare il test rapido

“È possibile farlo – ha spiegato - con una prenotazione presso le farmacie del Piemonte, il medico del lavoro per le aziende che vorranno farlo, e stiamo definendo l’accordo per farlo presso i medici di base. Il tutto a un prezzo contenuto, il prezzo medio per una farmacia che andrà a fare il tampone a casa con un infermiere si aggira intorno ai 40 euro. Non ci vogliono fogli o richieste, chiunque può andare a richiedere il tampone da privato e quel risultato sarà inserito sulla piattaforma, perché il tampone antigenico rapido quando dà un esito negativo dà un esito certo, uguale al molecolare. In caso di test positivo il servizio sanitario regionale disporrà il tampone molecolare. Faremo più in fretta. Oggi garantiamo 13mila tamponi tradizionali al giorno. Se l’evoluzione del contagio cresce non basteranno, coi test rapidi siamo pronti a fare di più”.

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