Coronavirus, Cirio: “In Piemonte il sistema sanitario tiene, ma spaventa crescita numeri”

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Il governatore del Piemonte a Timeline su Sky TG24 ha parlato anche di trasporti: “Soluzione normale dovrebbe essere raddoppiare mezzi pubblici”. Poi si è rivolto al Governo: “L’appello è quello di prevenire, non avvisare”

“In Piemonte oggi la risposta è una risposta efficace, il sistema sanitario sta tenendo. Quello che spaventa sono i numeri che crescono, ma dobbiamo ricordare che il 75% di queste persone sono asintomatiche e questo è un dato che va sempre considerato. Anche la pressione sugli ospedali oggi è più lieve rispetto ad aprile, ma dobbiamo guardare con grande attenzione ai numeri che crescono”. Lo ha detto a Timeline, su Sky TG24, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: “La mia Regione nel momento di massima emergenza ha raddoppiato le terapie intensive e triplicato le subintensive rispetto ai normali standard e siamo in grado di rifarlo nel giro di pochi giorni nel caso ci fosse la necessità” (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - MAPPE E CONTAGI).

Sui trasporti: “Soluzione normale raddoppiare mezzi pubblici”

Sui trasporti, Cirio ha affermato: “In un Paese normale non si mandano meno bambini a scuola per usare meno mezzi pubblici, ma si raddoppiano i mezzi pubblici per mandare i bambini a scuola. La soluzione normale, quindi, dovrebbe essere raddoppiare i mezzi pubblici, ma considerato che non è stato fatto e soprattutto avrebbe dovuto essere fatto prima e con precedenza, oggi rimane soltanto la soluzione della didattica a distanza, individuando quegli alunni per cui non andare a scuola può essere compensato dalla didattica a distanza e dal fatto di poter rimanere a casa da soli. Condivido pienamente la posizione di Zaia – ha aggiunto -, che però è una posizione che si sarebbe potuta evitare se ne mesi scorsi, quelli più tranquilli, si fosse potenziato il trasporto pubblico”.

“Appello al Governo di prevenire, non improvvisare”

Cirio ha poi commentato: “L’appello al Governo è quello di prevenire e non improvvisare. Mentre certe valutazioni potevano essere comprensibili a febbraio e marzo quando non sapevamo di cosa stessimo parlando, perché il Covid era una novità, oggi sappiamo invece dove stiamo andando. Il tempo è un fattore che non dobbiamo e non possiamo sottovalutare”. 

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