Coronavirus in Piemonte, inchiesta su Rsa Vercelli: altri tre indagati

Piemonte

Si tratta di due medici, nei confronti dei quali l'ipotesi di reato è omissione di atti d'ufficio, e della coordinatrice degli Oss

La procura di Vercelli, che indaga per omicidio colposo plurimo e per epidemia colposa, ha iscritto altre tre persone nel registro degli indagati in relazione alla vicenda legata alle morti, più di quaranta, avvenute nella casa di riposo di piazza Mazzini durante il picco dell'emergenza Coronavirus. (LA DIRETTA - LO SPECIALE). Si tratta di due medici e della coordinatrice degli Oss. Per i primi l'accusa è di omissione d'atti d'ufficio, omicidio colposo e epidemia colposa per la coordinatrice degli Oss, gli stessi reati per i quali, a fine marzo, era stata aperta l'inchiesta.

Le indagini

Nell'inchiesta sono già coinvolti il direttore della casa di riposo, Alberto Cottini, e la direttrice sanitaria, Sara Bouvet, oltre a Chiara Serpieri, dg dell'Asl di Vercelli accusata di omissione d'atti d'ufficio. Il pubblico ministero Davide Pretti, titolare del fascicolo avviato all'inizio contro ignoti, intende accertare se le morti fossero evitabili e se ci siano eventuali responsabilità per l'elevato numero di decessi avvenuti nel picco della pandemia, molti dei quali - è l'ipotesi investigativa degli inquirenti - da ricondurre alla diffusione del Covid tra operatori e ospiti.

Le tappe dell'inchiesta

I primi ad essere indagati, dopo alcuni esposti di famigliari e consiglieri comunali di minoranza, erano stati i vertici della casa di riposo: successivamente l'inchiesta si era allargata con l'iscrizione nel registro degli indagati della manager a capo dell'azienda sanitaria vercellese, con l'ipotesi di accusa di omissione d'atti d'ufficio. Nel mirino degli inquirenti, le tempistiche con cui l'Asl era intervenuta nella Rsa di piazza Mazzini, dopo la disperata richiesta di aiuto partita dal direttore Cottini. Indagati dalla procura anche tre medici dell'ospedale Sant'Andrea, tra cui il direttore del Pronto Soccorso, per il mancato ricovero di cinque ospiti della casa di riposo, successivamente morti: il 19 marzo da piazza Mazzini era partita una richiesta di soccorso, ma i medici del Sant'Andrea avrebbero risposto che in quel momento "non c'erano posti disponibili" e "che avrebbero preferito lasciare l'unico posto libero ad un giovane". Ai sei indagati si aggiungono oggi altri tre nomi, i due medici e la coordinatrice degli oss della casa di riposo, che presto saranno ascoltati dai magistrati per capire cosa sia accaduto nella struttura.

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