La decisione della Santa Sede è stata presa in seguito "a una serie di preoccupazioni pervenute da più parti" che "segnalavano una situazione tesa e problematica per l'esercizio dell'autorità del Fondatore", ha fatto sapere la Comunità monastica nel Biellese
Enzo Bianchi deve lasciare la Comunità monastica di Bose, da lui fondata 55 anni fa. Lo ha deciso la Santa Sede che lo scorso dicembre aveva disposto una Visita Apostolica "in seguito a serie preoccupazioni pervenute da più parti che segnalavano una situazione tesa e problematica per quanto riguarda l'esercizio dell'autorità del Fondatore, la gestione del governo e il clima fraterno". Il provvedimento, reso noto dalla Comunità monastica sul suo sito internet, prevede che Bianchi debba "trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti".
La decisione della Santa Sede
"Anche quando le cose che abbiamo realizzato finiranno, l'amore resterà come loro traccia indelebile", suona quasi come un commiato il tweet di Bianchi, monaco laico, che deve lasciare la comunità fondata a Magnano, nel Biellese, che in oltre cinquant'anni di attività ha acquisito notevole "rilevanza ecclesiale ed ecumenica". La decisione è della Santa Sede, in seguito "a una serie di preoccupazioni pervenute da più parti" che "segnalavano una situazione tesa e problematica per l'esercizio dell'autorità del Fondatore, la gestione del governo e il clima fraterno". La comunità ecclesiastica ha reso noto la decisione con cui il Vaticano "ha tracciato un cammino di avvenire e di speranza, indicando le linee portanti di un processo di rinnovamento, che confidiamo infonderà rinnovato slancio alla nostra vita monastica ed ecumenica". Bianchi decade da tutti gli incarichi detenuti, dovrà separarsi dalla Comunità e trasferirsi in un altro luogo. Provvedimenti, scrive Bose sul web, che riguardano anche Fr. Goffredo Boselli, Fr. Lino Breda e Sr. Antonella Casiraghi.
La lettera di Papa Francesco
La lettera con le decisioni di Papa Francesco, firmata dal Segretario di Stato Vaticano cardinal Pietro Parolin, non deve essere stata per la Comunità un fulmine a ciel sereno. Lo scorso dicembre Bergoglio aveva infatti disposto una Visita Apostolica per superare quelli che la Comunità oggi definisce "gravi disagi e incomprensioni", in grado - sempre secondo la Comunità - di "indebolire o addirittura annullare" la sua rilevanza ecclesiale ed ecumenica. "La Visita Apostolica si è svolta dal 6 dicembre al 6 gennaio e, al termine di essa, i Visitatori hanno consegnato alla Santa Sede la loro relazione, elaborata sulla base del contributo delle testimonianze liberamente rese da ciascun membro della Comunità - è la ricostruzione di Bose - Dopo prolungato e attento discernimento e preghiera, la Santa Sede è giunta a delle conclusioni che sono state comunicate agli interessati alcuni giorni fa". La comunicazione, precisa ancora il sito internet di Bose, è avvenuta "nel massimo rispetto possibile del diritto alla riservatezza degli interessati". "Il rifiuto dei provvedimenti da parte di alcuni destinatari ha determinato una situazione di confusione e disagio ulteriori", conclude la Comunità di Bose che invoca "una rinnovata effusione dello Spirito su ogni cuore, perché pieghi ciò che è rigido, scaldi ciò che è gelido, raddrizzi ciò che è sviato e aiuti tutti a far prevalere la carità che non viene mai meno".
Sindaco Magnano: "Rispettiamo silenzio Comunità Bose"
"Bose è come una grande famiglia, fa parte della comunità di Magnano come altri nuclei che vivono su questo territorio e l'amministrazione comunale non può e non deve entrare nel merito di quanto successo". Il sindaco Anna Grisorio conferma l'integrazione che da sempre c'è in paese con la comunità monastica fondata nel 1965 da Enzo Bianchi, che ora, per volere del Vaticano, dovrà trasferirsi altrove. Dopo la diffusione del lungo comunicato in cui viene ricostruita la vicenda che ha portato la Santa Sede ad allontanare padre Bianchi da Bose, la Comunità si è chiusa nel silenzio. "Bose è sempre stata vicina ai nostri 400 residenti - aggiunge il primo cittadino -. Non ci ha mai fatto mancare il suo aiuto nel momento di bisogno e la sua vicinanza. Ora è giusto che rispettiamo il loro silenzio come si farebbe in qualsiasi altra occasione privata".