Coronavirus Fase 2, Chiara Appendino: "Dopo i sacrifici Torino riapre"
PiemonteSul fatto che molte Regioni premono per avere margini di autonomia, alcune esplicitamente ribaltando le scelte del governo, la sindaca ha detto: "Sbagliano. Le fughe in avanti mettono in difficoltà i sindaci"
"I dati ci preoccupano. L'emergenza non è finita e il tema di come garantire la sicurezza di tutti i cittadini, dai tamponi ai test sierologici, esiste eccome. Il periodo di convivenza con il virus non sarà breve e perciò serve un modello per ridurre al massimo il contagio. Il governo è orientato a fornire una griglia di indicatori sulla cui base valutare eventuali restrizioni. È importante che ci siano criteri chiari e regole omogenee su aperture e chiusure". Lo dice, in una intervista a La Stampa, la sindaca di Torino, Chiara Appendino, aggiungendo che è "sbagliato" attaccare il governo ma che la città "dopo i sacrifici, riapre". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI)
Le dichiarazioni della sindaca
Sul fatto che molte Regioni premono per avere margini di autonomia, alcune esplicitamente ribaltando le scelte del governo, spiega: "Sbagliano. Le fughe in avanti mettono in difficoltà i sindaci, che devono tradurre sul territorio regole che cambiano continuamente, e soprattutto disorientano i cittadini. I controlli ci sono dal 12 marzo a Torino sono state fermate 110mila persone; sanzionate 10mila. Vuol dire che il 90% era fuori casa per un motivo valido. Alle persone si è chiesto un enorme sacrificio economico, sociale e psicologico, ora è nostro dovere far ripartire le città in sicurezza. Ma serve un patto di fiducia: se non saremo tutti in grado di rispettare regole e distanze rischiamo di mettere a repentaglio quei pochi spazi di libertà che siamo riusciti a riconquistare".
Il Primo Maggio
Infine, sul primo maggio: "Ci deve ricordare tutti coloro che hanno lavorato in questo periodo per garantire i servizi essenziali. Dobbiamo pensare in particolare alle donne che avevano un carico familiare non facile e a chi ha perso il lavoro". Un Primo Maggio "per chi il lavoro l'ha appena perso e per chi non sa se il suo settore esisterà ancora. Per chi durante questa pandemia ha lavorato il doppio con il doppio delle preoccupazioni e dei rischi. Per i lavoratori raramente celebrati, ma senza i quali ci mancherebbero servizi essenziali. Per chi sul lavoro quest'anno ha perso la vita e per chi, grazie a un lavoratore, ce l'ha ancora".
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