Coronavirus in Piemonte, tensione in fabbrica. Sindacati: "Fermiamoci"

Piemonte
Immagine di archivio (Getty Images)

La manifestazione è in corso in alcune province della Regione. Il segretario generale Fiom Cgil, Vittoria De Martino: “Si registrano i primi contagi che, in alcuni casi, non vengono resi pubblici dalle aziende” 

In alcune provincie del Piemonte, tra cui Asti, Vercelli e Cuneo, l’attività di diverse fabbriche è stata fermata e sono in corso degli scioperi (Mtm, Ikk, Dierre, Trivium) con adesioni altissime. Lo rende noto la Fiom Cgil Piemonte.

Il segretario De Martino: “Nelle fabbriche primi casi di contagio”

Il segretario generale della Fiom Cgil Piemonte, Vittoria De Martino, ha spiegato: "In queste ore nelle fabbriche si stanno determinando confusione e panico anche perché si registrano i primi casi di contagio che, in alcuni casi, non vengono resi pubblici dalle aziende" (LA DIRETTA - IL NUOVO DECRETO - LA SITUAZIONE IN PIEMONTE).

"Diversi casi di positivi, molti lavoratori lasciano aziende"

"Riceviamo segnalazioni da parte di lavoratori, delegati e apparato sindacale che in molte aziende, soprattutto dove non c'è la presenza strutturata del sindacato, c'è il mancato rispetto delle direttive di sicurezza emanate dal Governo". Così in una nota Fim, Fiom e Uilm di Torino. "In alcune aziende sono partiti gli scioperi spontanei, in altri casi molti lavoratori hanno deciso di tornare a casa perché non si sentivano garantiti nelle misure adottate dalle imprese. Alcune aziende hanno deciso di usare la cassa integrazione e sospendere la produzione per alcuni giorni".
"Iniziano a esserci diversi casi - spiegano i sindacati - di lavoratori di aziende metalmeccaniche che sono risultati positivi al tampone e che prima di sapere l'esito sono stati a contatto con colleghi. Stiamo continuando a fornire indicazioni per estendere il lavoro agile, sanificare tutti gli ambienti, fornire strumenti di protezione ed erogatori di prodotti igienizzanti, per la gestione delle pause, delle mense e degli spogliatoi", conclude la nota. "Inizia a esserci una situazione complicata da gestire all'interno dei luoghi di lavoro. I lavoratori sono giustamente allarmati e preoccupati di preservare la propria salute e quella dei loro familiari. Avevano altre aspettative in merito ai provvedimenti presi dal governo, soprattutto pensavano che ci sarebbe stata più attenzione per coloro che sono maggiormente esposti in quanto lavorano in luoghi in cui il contatto diretto è inevitabile nonostante tutte le precauzioni", spiegano Davide Provenzano, Edi Lazzi e Luigi Paone, segretari generali provinciali di Fim, Fiom e Uilm che chiedono alla Regione Piemonte "di intensificare immediatamente i controlli degli ispettori del lavoro nel far rispettare le direttive emanate".

Operai di Mirafori inviano lettera al presidente Mattarella

I metalmeccanici dello stabilimento Fca di Mirafiori hanno inviato una 'lettera appello' al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Ieri sera abbiamo ascoltato la comunicazione del presidente del Consiglio sul nuovo Dpcm per contrastare la diffusione del coronavirus: ci siamo sentiti non considerati. È inaccettabile la mancanza di misure e iniziative volte alla nostra protezione. Serve fermare tutte le produzioni non necessarie chiudendo le fabbriche di beni non essenziali", dicono gli operai.

Lo sciopero alla Nct di Chivasso

Nell'azienda Nct di Chivasso, che produce allestimenti speciali di veicoli per le forze dell'ordine, i 65 lavoratori "hanno chiesto all'azienda il rispetto delle norme di precauzione fissate dal Dpcm ricevendo un netto rifiuto accompagnato dalla minaccia di licenziare tutti coloro che non avessero ripreso subito il lavoro. I lavoratori con le Rsu hanno immediatamente indetto lo sciopero abbandonando lo stabilimento". Lo rende noto la Fiom di Torino. Lo sciopero si protrarrà domani. Lunedì si verificherà se sono state ripristinate le condizioni di sicurezza necessarie. "La situazione creatasi alla Nct è inaccettabile: a fronte delle sollecitazioni dei lavoratori per ottenere maggiori interventi di tutela della salute l'azienda ha minacciato il licenziamento di tutti i dipendenti. Lo sciopero di due giorni indetto dai lavoratori è una prima risposta. Vigileremo su quanto accaduto e chiederemo l'intervento degli organi competenti ogni volta vi sia la necessità di verificare l'adozione di adeguate precauzioni. In questo momento particolare le aziende sono tenute alla massima responsabilità e rispetto nei confronti di tutti i dipendenti", commenta la Fiom torinese.

Agitazione nella sede Amazon di Torrazza Piemonte

Sono in stato di agitazione i dipendenti della sede Amazon di Torrazza Piemonte dopo la conferma del caso di positività coronavirus di una lavoratrice e la verifica dei casi da porre in quarantena. A quanto riporta l'Ansa, dall'azienda non sono arrivate comunicazioni chiare sulle misure prese per il rispetto di quanto previsto dai Dpcm del 8 e del 9 marzo per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori del sito. "E' necessaria da parte nostra la segnalazione immediata allo Spresal. L'azienda è tenuta a garantire la distanza e i dispositivi di sicurezza per lo svolgimento della normale attività lavorativa e per l'utilizzo di luoghi comuni come mensa e spogliatoi, oltre che la sanificazione dei luoghi di lavoro", spiegano Filt e Nidil Cgil.

Il presidente di Confindustria Piemonte: "Rispettare procedure sicurezza"

"Chi non rispetta le procedure di sicurezza concordate è da sanzionare senza se e senza ma. Se non può applicarle perché è impossibile farlo allora bisogna prevedere l'uso costante delle mascherine oppure la chiusura temporanea", ha commentato il presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli. "La preoccupazione dei lavoratori è comprensibile. Si può dare una risposta concreta soltanto con una maniacale attenzione alle procedure sicurezza. Le nostre aziende vanno avanti in quanto riescono a garantire livelli concordati di sicurezza", ha concluso.

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