Coronavirus, l’allarme dei medici di Torino: “Piemonte sia zona rossa”

Piemonte

Secondo il presidente dell'ordine dei medici di Torino "solo se le persone si rendono conto della gravità della situazione e riducono gli incontri tra loro si riesce a contenere la capacità del virus di diffondersi” 

“Chiediamo al governo di rendere tutto il Piemonte zona rossa perché riteniamo che solo se le persone, i cittadini, si rendono conto della gravità della situazione e riducono gli incontri tra di loro, quindi le relazioni sociali, gli assembramenti e la frequentazione dei luoghi pubblici, si riesce a contenere la capacità del virus di diffondersi”, afferma Guido Giustetto, presidente dell'ordine dei medici chirurgi e odontoiatri di Torino. Anche in Piemonte a causa del Coronavirus (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI) crescono contagi e decessi in maniera esponenziale e diminuiscono i posti in terapia intensiva. Ora sono 50 i ricoverati in rianimazione, al limite anche i laboratori per lavorare i tamponi. A Torino strade, piazze e mercati sono semivuoti, molti i negozi chiusi. I medici chiedono quindi misure ancora più restrittive.

La richiesta dei medici di terapia intensiva

“Tenete conto che un virus che non si riesca a bloccare – precisa Giustetto -, si bloccherà da solo, ma quando avrà contagiato il 60%/70% della popolazione. Vuol dire che contagerà 40/50 milioni di persone di italiani prima di fermarsi e a quel punto però avrà prodotto un numero di malati esorbitante, un numero di persone che hanno bisogno di andare in terapia intensiva in larga parte superiore ai letti che ci sono, oltre a un gran numero di deceduti”. I medici del reparto di terapia intensiva chiedono quindi “principalmente di avere la possibilità di ricoverare tutti e di avere un supporto, una guida, per prendere, qualora ci fosse la drammatica necessità di dover scegliere chi ricoverare in terapia intensiva e chi no, una decisione condivisa. Ovvero, di non essere soli a dover prendere una decisione drammatica”.

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