Torino, insegnante uccisa: madre di Gabriele Defilippi assolta in appello

Piemonte
Immagine di archivio (ANSA)

La Corte d'Assise del capoluogo piemontese ha confermato il verdetto: la donna era accusata di concorso nell’omicidio di Gloria Rosboch, docente di Castellamonte deceduta nel 2016 

La Corte di Assise d'appello di Torino ha confermato l'assoluzione di Caterina Abbatista, madre di Gabriele Defilippi, dall'accusa di concorso nell'omicidio di Gloria Rosboch (scoperto nel 2016), insegnante di Castellamonte (nel Torinese). Alla lettura della sentenza, la donna è scoppiata in lacrime. Il figlio è condannato per l'uccisione della docente in un processo parallelo. 

L’iter giudiziario della madre

La donna era già stata assolta dalle accuse inerenti all’omicidio in primo grado dal tribunale di Ivrea (nel Torinese). La Corte aveva poi ridotto la condanna per la truffa messa a segno dal figlio ai danni dell’insegnante da 14 a 12 mesi. Anche per questa vicenda, Abbattista aveva negato ogni forma di complicità. Lasciando il Palazzo di Giustizia di Torino, dopo la sentenza d'appello, la madre di Defilippi ha dichiarato: "Io non ho fatto niente. Non ho mai nemmeno truffato nessuno. Adesso basta, abbiate pietà". Infine, ha aggiunto: "Mi dispiace", rivolgendosi ai genitori della docente uccisa.

L'omicidio

Secondo la ricostruzione del pm, Giuseppe Ferrando, Gloria Rosboch voleva denunciare Defilippi per una truffa da 187mila euro. Per l'accusa, il ragazzo convinse la donna a versargli il denaro in cambio della promessa di una nuova vita, in Costa Azzurra. Ma quando lei si accorse del raggiro, chiese la restituzione della somma. Poco dopo, la donna scomparve da Castellamonte il 13 gennaio 2016. Il 19 febbraio dello stesso anno, il suo corpo fu ritrovato nella cisterna di una discarica abbandonata nelle campagne di Rivara (in provincia di Torino). L'autopsia rivelò che era stata strangolata.

Il processo e le sentenze

Defilippi ammise di aver ucciso la donna e, in primo grado, fu condannato a 30 anni. In una delle prime udienze, davanti al gup di Ivrea (nel Torinese), l’uomo si dichiarò l’unico responsabile dell’omicidio. La Cassazione, nel dicembre dello scorso anno, confermò la condanna per l’ex alunno e la pena a 18 anni e 9 mesi di reclusione per l’amico Roberto Obert. La prima sezione penale della Cassazione, inoltre, respinse i loro ricorsi e confermò la sentenza della Corte d'Assise d'appello di Torino del 14 dicembre 2018.

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