Le misure cautelari emesse dal Gip riguardano, oltre agli appartenenti allo storico centro sociale torinese, anche diversi esponenti del centro sociale Guernica di Modena e del centro sociale Bocciodromo di Vicenza
Blitz della polizia contro storici antagonisti torinesi impegnati nella battaglia contro il Tav. Gli uomini della Digos hanno eseguito 14 misure cautelari nei confronti dei leader e dei militanti del centro sociale Askatasuna e di esponenti di altri centri sociali di Modena, Vicenza e Padova. Le accuse ipotizzate nei confronti degli antagonisti sono, a vario titolo, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità. In carcere sono finiti Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli, leader storici di Askatasuna, mentre sono nove i divieti di dimora emessi e uno il provvedimento di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le misure cautelari sono state emesse a seguito dei disordini scoppiati lo scorso 27 luglio in Val di Susa.
Il blitz della polizia
L'indagine, coordinata dalla procura di Torino, riguarda in particolare l'ala più oltranzista del movimento No Tav. Le misure cautelari emesse dal Gip riguardano, oltre agli appartenenti allo storico centro sociale torinese, anche diversi esponenti del centro sociale Guernica di Modena e del centro sociale Bocciodromo di Vicenza. Gli uomini delle Digos di Torino, Padova, Modena e Vicenza hanno eseguito anche 16 perquisizioni nei riguardi di altri antagonisti e di alcuni militanti di Askatasuna indagati nella stessa inchiesta.
Le violenze durante la manifestazione
I disordini sono scoppiati lo scorso 27 luglio durante una marcia organizzata nell'ambito della quarta edizione del 'Festival dell'Alta felicità' a cui avevano partecipato circa 3mila persone. Un centinaio di manifestanti, travisati, avevano divelto con dei flessibili una cancellata posizionata sul sentiero Gallo Romano in Clarea, avevano lanciato pietre e 50 bombe carta contro le forze dell'ordine. Altre 300 manifestanti si erano posizionati nella parte bassa del fiume Clarea, vicino ai piloni dell'autostrada, e, lanciando massi contro la polizia, hanno cercato di attraversare il fiume per raggiungere il cantiere di Chiomonte.
Francesca Frediani (M5S): "Noi siamo dalla parte giusta"
"Violenti, antagonisti, ala oltranzista. Non sapete di cosa parlate. Noi siamo, semplicemente, dalla parte giusta. #tuttiliberi #notav", ha scritto su Facebook la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Piemonte, Francesca Frediani, valsusina e No Tav.
Il dirigente della Digos: “Episodi di violenza preordinati”
"Le misure hanno raggiunto i maggiori leader dell'autonomia torinese e gli esponenti dell'ala più oltranzista del movimento No Tav che, durante la marcia dello scorso 27 luglio in Val di Susa, hanno coordinato le azioni criminose e l'assalto al cantiere di Chiomonte", ha detto il dirigente della Digos di Torino, Carlo Ambra. "Gli episodi di violenza sono stati preordinati, organizzati e diretti dai due leader di Askatasuna, che si sono avvalsi di altri militari per coordinare i gruppi - aggiunge Ambra - Un gruppo d'assalto si è diretto al cantiere, un altro ha aggirato il dispositivo di sicurezza passando nei boschi, dall'alto. I registi dell'assalto e i responsabili degli attacchi sono stati individuati anche grazie ad apparecchiature all'avanguardia posizionate nel territorio boschivo".
Salvini: “Nessuna tolleranza per i violenti”
"Grazie alla polizia che ha arrestato alcuni estremisti dei centri sociali, accusati di aver partecipato agli assalti al cantiere Tav con tanto di aggressioni alle Forze dell'Ordine", ha commentato in una nota il leader della Lega, Matteo Salvini. "Nessuna tolleranza per i violenti: da Nord a Sud l'estremismo anarchico e di sinistra produce aggressioni, minacce, disordini – ha aggiunto Salvini – Mi auguro che la magistratura non faccia sconti e che la politica non sottovaluti il fenomeno preferendo dare la caccia a fantomatici 'fascisti'".