Torino, picchia i carabinieri davanti al Palazzo di Giustizia: “Voglio vedere mio figlio”

Piemonte
Il Palazzo di Giustizia di Torino (ANSA)

L’episodio è accaduto martedì. Il padre 29enne, che ha aggredito le forze dell’ordine, voleva avere notizie del proprio bambino, dato che gli era stato portato via subito dopo la nascita 

Un 29enne originario del Burkina Faso, lo scorso martedì 3 dicembre, è stato arrestato per aver picchiato dei carabinieri all’ingresso del Palazzo di Giustizia di Torino, procurando loro delle lesioni non lievi. Davanti al giudice Roberto Arata, quest’oggi, il giovane ha spiegato il motivo del suo gesto: "Voglio vedere mio figlio". L'uomo, nonostante a settembre avesse ricevuto una diffida per averci provato una prima volta, ha tentato di accedere nuovamente alla struttura per avere notizie del suo bambino, che stando a quanto ha dichiarato gli è stato “portato via” subito dopo la nascita.

La vicenda

Nel corso di una faticosa e problematica testimonianza, il 29enne ha spiegato di essere nel territorio nazionale dal 2011, di avere un permesso di soggiorno e di lavorare come addetto delle pulizie in una comunità ad Alpignano (nel Torinese). Tuttavia, stando a quanto ha dichiarato il giovane, per qualche motivo i servizi sociali dicono che non può stare in Italia e per questo gli hanno tolto il figlio. L’uomo ha dichiarato: "Se la legge è uguale per tutti, io che non ho ucciso nessuno devo sapere dove si trova il bambino. I carabinieri e la polizia sono la legge, quindi lo sanno".

La risposta del giudice e dell’avvocato

Più volte sia il giudice Roberto Arata, sia l'avvocato d'ufficio Aldo Albanese, hanno tentato di spiegare al giovane che per risolvere la questione deve affidarsi a un legale e avviare un procedimento. Arata si è rivolto così al 29enne: "Lei non può picchiare tutti quelli che incontra. Non funziona così. L'unica cosa che ottiene è di finire in prigione". Per approfondire il caso l'udienza è stata aggiornata al 17 dicembre. Il legale ha poi riferito che contatterà “dei mediatori culturali e con il loro aiuto farò il possibile per chiarire e magari risolvere la situazione".

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