Investe figlia nel Vercellese: chiesta condanna a 13 anni per il padre

Piemonte
Immagine di archivio (Agenzia Fotogramma)

Il genitore 53enne è accusato di tentato omicidio aggravato e maltrattamenti. Secondo gli inquirenti, l'uomo avrebbe agito perché la giovane si mostrava troppo intraprendente e in cerca di autonomia. La sentenza è prevista per il 12 dicembre 

Un marocchino di 53 anni è accusato di tentato omicidio aggravato e maltrattamenti nei confronti della figlia 20enne. Il pm, per questi capi d’imputazione, ha chiesto una condanna di 13 anni di reclusione. L’uomo, lo scorso 15 marzo, tentò d’investire la figlia 20enne a Livorno Ferraris (in provincia di Vercelli). Secondo gli inquirenti, il gesto sarebbe dovuto alla troppa "intraprendenza" e "voglia di autonomia" della figlia.

La tesi dell’accusa

Il pm, nel corso della requisitoria, ha descritto il 53enne come un "padre padrone", che "reagiva in maniera spropositata durante i litigi con la figlia". L’imputato, inoltre, "non ha compreso la gravità dei fatti, e la sua versione non trova fondamento nella realtà". Il marocchino, durante la sua testimonianza, ha ribadito come non intendesse investirla: "Si è presa paura e si è buttata sull’auto".

L’intervento degli avvocati del marocchino

Per Fabio Merlo e Andrea Fontana, avvocati difensori dell’uomo, non ci sono riscontri sulla volontà del loro cliente di uccidere la ragazza. Per questo motivo, i legali hanno chiesto l’assoluzione o, in subordine, la riqualificazione del reato in lesioni colpose o dolose. La sentenza sarà emessa il prossimo 12 dicembre.

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