Consegnavano stupefacenti a domicilio pretendendo un sovrapprezzo per le spese di carburante in base alla distanza chilometrica da percorrere. Era questo il modus operandi ideato da una famiglia del Torinese
I carabinieri hanno arrestato 22 persone (e ne hanno denunciate altre 25) per spaccio di cocaina, marijuana e hashish nell'hinterland del capoluogo piemontese e nelle province di Biella, Cuneo e Verbania. Consegnavano stupefacenti a domicilio pretendendo un sovrapprezzo per le spese di carburante in base alla distanza chilometrica da percorrere. Le ordinazioni avvenivano tramite telefono, Whatsapp e Facebook, con un linguaggio in codice. Era questo il modus operandi ideato da una famiglia del Torinese composta da marito, moglie e figlio. "L'intuizione della stazione dei carabinieri di Beinasco - spiega il comandante provinciale dell'Arma a Torino, Francesco Rizzo -, punto di riferimento e primo presidio sul territorio, ci ha portato a sgominare una rete attiva nella cintura Sud di Torino Nell'operazione, coordinata in sinergia con la Procura, sono stati impiegati 315 carabinieri, un elicottero e quattro unità cinofile".
L'inizio delle indagini
È stata la denuncia nei confronti di un giovane pusher a far scattare l'indagine. Dall'inchiesta è emerso che la droga arrivava dall'Albania e le indagini continuano per risalire ai canali di provvigione. "Dopo la denuncia del 2018 tramite quotidiani pedinamenti e intercettazioni, siamo risaliti ai vertici della rete di spaccio: una famiglia di Orbassano, già nota alle forze dell'ordine che coordinava una ventina di pusher, quasi tutti italiani e quasi tutti poco più che ventenni", le parole del comandante della compagnia carabinieri di Moncalieri, Antonio De Siena.