Val di Susa, protesta dei No Tav al cantiere di Chiomonte: 50 denunce
PiemonteI manifestanti hanno ammassato legna davanti al 'Varco 1' del cantiere della Tav e acceso il fuoco provocando fiamme alte circa 4 metri
Alcune decine di No Tav hanno dato vita nella sera di venerdì 19 luglio a una dimostrazione in Valle di Susa nei pressi del cantiere di Chiomonte, con una marcia che è giunta a ridosso di una delle recinzioni sistemate a protezione del perimetro. I manifestanti hanno ammassato legna al 'Varco 1' del cantiere della Tav e acceso il fuoco, provocando fiamme alte circa 4 metri. L'area dovrebbe essere tra quelle interdette al transito dall'ordinanza del 17 luglio della Prefettura. La Digos ha identificato numerosi manifestanti e la Questura sta valutando gli eventuali provvedimenti da prendere.
Denunciati 50 manifestanti
La Digos della Questura di Torino ha identificato 50 appartenenti al centro sociale Askatasuna di Torino e al Movimento No Tav. Saranno denunciati per la violazione dell'ordinanza che ha esteso la 'zona rossa' intorno al cantiere. Sette sono accusati anche di inottemperanza al foglio di via, altri undici di accensioni pericolose. Tra i denunciati ci sono anche Giorgio Rossetto, Umberto Raviola e Mattia Marzuoli, noti leader del centro sociale torinese Askatasuna. Nei loro confronti il Tribunale del riesame di Torino aveva revocato venerdì pomeriggio gli arresti domiciliari per gli scontri che si sono verificati nel capoluogo piemontese in occasione del vertice dei G7 a Venaria reale alla fine del settembre 2017. Subito dopo la notifica dell'ordinanza del Riesame, i tre si sono recati al cantiere della Torino-Lione.
La 'zona rossa'
La dimostrazione si è svolta nell'ambito dell'annuale 'campeggio studentesco No Tav', in programma fino al 24 luglio, per il quale la Prefettura ha esteso la 'zona rossa' interno al cantiere in seguito a una segnalazione della questura, che ha definito "significativamente preoccupante" l'organizzazione del campeggio.