Sequestro armi, Digos perquisisce hangar. Salvini: Volevano uccidermi

Piemonte
L'arsenale sequestrato (Ansa)

Gli agenti, insieme agli specialisti dell’esercito italiano, stanno inventariando tutto il materiale bellico e da sparo custodito negli scatoloni. Il vicepremier: "Indagine nata da mia segnalazione. Gruppo ucraino attentava alla mia vita"

Nella mattina di oggi, martedì 16 luglio, la Digos di Torino ha ripreso la perquisizione dell’hangar nei pressi dell'aeroporto di Rivanazzano Terme (Pavia) dove ieri, nel corso di un’indagine su ambienti di estrema destra che ha portato all’arresto di tre persone, è stato recuperato, tra le altre cose, un missile aria-aria Matra, in uso dalle forze armate del Qatar. Gli agenti, insieme agli specialisti dell’esercito italiano, stanno inventariando tutto il materiale bellico e da sparo custodito negli scatoloni impilati su scaffali alti dieci metri, sul quale verrà poi effettuata una perizia balistica.

Individuato precedente possessore del missile

Nel frattempo, è stato individuato il precedente possessore del missile: si tratta di un milanese, la cui posizione ora è al vaglio degli investigatori. L’arma, fino due mesi fa, si trovava in un capannone a Oriolo, nei pressi di Voghera. I due depositi in cui il missile è stato custodito erano di proprietà di Alessandro Monti, svizzero di 42 anni, e Fabio Bernardi, italiano di 51 anni, entrambi messi ai domiciliari.

Il missile era in vendita

Il terzo uomo finito in manette è Fabio Del Bergiolo, 60enne di Gallarate, che nel 2001 si era candidato al Senato per Forza Nuova. Del Bergiolo cercava di vendere il missile e, secondo gli inquirenti, si proponeva come intermediario chiedendo tra il 5 e il 10% del prezzo finale di vendita. L'uomo aveva contattato un'azienda che si occupa di transazioni nazionali e internazionali di armamenti italiani e un funzionario di un paese estero.

Salvini: "Armi individuate grazie a mia segnalazione"

"L'ho segnalata io. Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l'arsenale di qualche demente”. Da Genova, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha svelato che il missile Matra e le armi sequestrati ieri a un gruppo neonazista filoucraino sono stati scoperti nell’ambito di un’indagine sulla preparazione di un attentato contro di lui. "Penso di non aver mai fatto niente di male agli ucraini - ha detto ancora Salvini - ma abbiamo inoltrato la segnalazione e non era un mitomane. Non conosco filonazisti. E sono contento quando beccano filonazisti, filocomunisti o filo chiunque”.
Secondo quanto si apprende, fu un ex agente del Kgb a segnalare l'esistenza di un progetto di un attentato a Matteo Salvini da parte di ultranazionalisti ucraini. A svolgere le indagini furono la Digos e la procura di Torino e, sempre secondo quanto viene riferito, non furono trovati riscontri. Il monitoraggio di cinque italiani, ex miliziani considerati vicini al Battaglione Azov, portò tuttavia alla scoperta del tentativo di vendita di un missile aria-aria Matra. 

Un indagato a Bologna

Nell’ambito dell’inchiesta, è indagato anche un uomo di Bologna con il quale, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Del Bergiolo avrebbe avuto un incontro in una fiera internazionale a Norimberga per ottenere dei contatti tra i combattenti in Donbass e vendere il missile.

Qatar collabora con autorità italiane

Il Qatar sta collaborando con le autorità italiane per ricostruire come sia arrivato in Italia il missile aria-aria sequestrato ieri dall'Antiterrorismo della Polizia. Come sottolineano fonti qualificate italiane, il Paese sta offrendo una "piena e totale collaborazione": le autorità di Doha hanno già fornito le prime indicazioni, sulle quale sono in corso accertamenti, per ricostruire tutti i passaggi che hanno portato il missile in Italia

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