Torino, truffe a parrocchie e case di riposo: quattro arresti

Piemonte
Foto di archivio (Fotogramma)

I truffatori contattavano parrocchie e conventi presentandosi come rappresentanti di enti locali, dicevano loro che era stato accreditato un contributo, comunale o regionale, maggiore a quello dovuto e chiedevano la differenza. Truffato anche un cardinale

Prendeva di mira parrocchie, conventi, enti religiosi e case di riposo l'organizzazione criminale smantellata dai carabinieri del Comando provinciale di Torino. I militari hanno eseguito 12 misure cautelari e ricostruito 86 truffe messe a segno in tutta Italia, da Torino a Palermo, passando per Bergamo, Roma e Foggia, per un guadagno di oltre 400 mila euro. Quattro le persone finite in carcere.

Le truffe alle parrocchie

I componenti della banda contattavano parrocchie e conventi presentandosi come rappresentanti di enti locali, dipendenti comunali e regionali o direttori di istituti di credito. Dicevano all'ente religioso che era stato accreditato un contributo, comunale o regionale, maggiore a quello dovuto e chiedevano la differenza da versare su carte Postepay. Le somme variavano da 2 mila a 16.500 euro. Le vittime, nel timore di essere multate, versavano il denaro su su conti correnti o carte prepagate intestati a prestanomi.

La 'Zia' a capo della banda

C'era una 38enne a capo dell'organizzazione criminale. La donna, originaria di Siracusa, già agli arresti domiciliari per raggiri, era solita vantarsi di aver inventato un nuovo metodo di truffa e gli altri componenti della banda la chiamavano 'Zia' in segno di rispetto. La 38enne è finita in carcere, insieme ad altre tre persone, mentre otto prestanome sono stati sottoposti all'obbligo di firma e divieto di dimora. Tra gli 86 enti religiosi raggirati dalla banda ci sono 14 parrocchie, 14 conventi di suore, 7 scuole cattoliche e 2 case di riposo per anziani.

Truffato anche l'ex arcivescovo di Sassari

Tra i truffati c'è anche l'ex arcivescovo di Sassari Paolo Atzei. I fatti risalgono allo scorso autunno, quando padre Paolo Atzei, 77 anni, rientrato da poco nel convento oristanese di San Francesco al termine del suo mandato episcopale, ha ricevuto una telefonata da qualcuno che si è presentato come un funzionario del comune e gli ha annunciato che il convento ha ottenuto un contributo di 25 mila euro per alcuni interventi di manutenzione del convento e della adiacente chiesa di San Francesco. Poi, però, ha spiegato che per poter incassare il contributo ed evitare che vada perso era necessario fare subito un versamento di 4 mila euro. Padre Paolo ha informato del fatto i frati del Convento, che hanno deciso di pagare nonostante le difficoltà economiche che la comunità stava attraversando. I frati sono riusciti a raccogliere i soldi necessari e hanno fatto il versamento seguendo le indicazioni fornite dal falso funzionario.

L'inchiesta

Le indagini, coordinate dal pm Paolo Scafi e condotte dai carabinieri della compagnia Oltre Dora, sono scattate nell'ottobre 2018: un meccanico torinese ha denunciato di essere vittima di estorsione. Suo figlio si era rivolto alla banda criminale per ottenere i soldi necessari per la droga e i malviventi, per riaverli indietro con un alto tasso d'interesse, hanno minacciato il padre.

Le parole del procuratore

"Grazie al lavoro certosino dei carabinieri e del Pm, Paolo Scafi, è stato possibile far emergere la vastità e la gravità di un fenomeno che ha coinvolto vittime in tutta Italia, da Torino alla Sicilia, passando per Pordenone e Roma". Così il procuratore di Torino, Paolo Borgna, ha commentato l'operazione che ha portato allo smantellamento dell'organizzazione criminale dedita alle truffe. "La semplice truffa è un reato per cui non è prevista la custodia cautelare - spiega - Ma l'inchiesta ha permesso di riunire procedimenti penali già avviati presso altre procure e contestare così l'associazione a delinquere e la truffa aggravata". 

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