Salone del Libro di Torino: stand di Altaforte sarà in spazio più sicuro

Piemonte
Foto di archivio

Sarà collocato in uno luogo più sicuro durante l'evento, probabilmente davanti allo stand della Difesa. Nel frattempo la sindaca Appendino ha firmato l'esposto contro il fondatore della casa editrice

La stand di Altaforte, la casa editrice ritenuta vicina a Casapound e oggetto di polemiche per la sua partecipazione al Salone del Libro di Torino, sarà collocato in uno spazio più sicuro durante l'evento, probabilmente davanti allo stand della Difesa. La decisione è stata presa durante la riunione del Comitato ordine pubblico e sicurezza, svoltosi in Prefettura per il timore che la presenza della casa editrice possa generare tensioni all'interno della manifestazione. In un primo momento lo spazio espositivo era stato collocato all'Oval.

L'esposto contro l'editore Francesco Polacchi

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, e il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, hanno firmato l'esposto contro Francesco Polacchi, fondatore della casa editrice Altaforte, ora indagaato per apologia di fascismo. Lo annuncia la prima cittadina: "Entro un'ora - ha dichiarato ai microfoni di Sky TG24 - sarà in procura. Alcune dichiarazioni fatte nel pomeriggio dell'altro giorno, in cui si sostiene che l'antifascismo sarebbe il male del Paese, sono qualcosa di inaccettabile - ha affermato la sindaca -. La politica non può decidere di escludere qualcuno che regolarmente ha firmato un contratto e che oggi sostanzialmente è a tutti gli effetti soggetto che può partecipare, però la politica può fare un esposto per rimarcare che questi valori non appartengono alla città, che è antifascista, non appartengono alla comunità e al Salone del libro. La magistratura, che è il soggetto terzo che dovrà valutare, ci dirà se è effettivamente apologia di fascismo. Dal nostro punto di vista lo è, ma non tocca a noi decidere", ha concluso.

Le parole del direttore del Salone del Libro

"Se tornassi indietro accadrebbe la stessa cosa. Le domande di partecipazione non arrivano a me, arrivano al commerciale e noi non abbiamo un controllo, anche se siamo in dialogo costante", ha spiegato , intervistato da La Stampa, il direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia. "È vero che questa casa editrice è nata da poco e anche il commerciale non aveva idea di che cosa fosse, quindi non hanno neanche pensato di avvisarci. Una volta che lo spazio viene venduto, ci hanno detto, sarebbe illegale rifiutarli. Quando hanno annunciato che avrebbero presentato il libro su Salvini li abbiamo smentiti e si è innescata la polemica - ha sottolineato il direttore - Il problema non è la libera circolazione delle idee, noi accogliamo tutte le opinioni. Il problema è se intorno a questa casa editrice si muove qualcosa che va contro la Costituzione, se intorno c'è apologia del fascismo. Dopo le ultime dichiarazioni di questo editore - ha aggiunto - ci siamo allarmati: se l'allarme non fosse stato giustificato non saremmo arrivati all'esposto". Lagioia ha ricordato che "Salvini ha pubblicato con Rizzoli quando non era al centro delle scene e oggi pubblica con Altaforte. Anche questo è un segnale di cambiamento, una scelta di vicinanza. Per me sarebbe difficile vedere un libro che parla di me edito da una casa editrice che non ha nulla a che fare con me, quindi il segnale dato da Salvini significa per lo meno vicinanza a quella casa editrice".

Fim: "Nostri legali pronti a sostenere l'esposto"

La Fim, federazione italiana metalmeccanici, ha messo a disposizione i suoi legali in sostegno dell'esposto presentato dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte, "per sostenere l'azione di Regione e Comune nel valutare l'apologia di fascismo di editori e/o persone presenti al Salone del libro", si legge in una nota". Nel comunicato la Fim ha deciso di "non fare nomi né di persone né di editori per evitare pubblicità indiretta a chi può avere violato la Legge con l'apologia di fascismo. Siccome riteniamo che ne abbiano già avuta sin troppa, anche dai loro più tenaci oppositori che nel gioco dei social gli hanno fatto pubblicità indiretta, nello spirito con cui è nata la Cisl e la Fim su valori democratici e nel pieno rispetto della Costituzione, come Fim mettiamo a disposizione i nostri uffici legali, insieme a Regione e Comune, nella valutazione di un atto concreto: l'apologia di fascismo. Se persone o case editrici presenti al Salone del Libro hanno commesso questo reato noi chiederemo di accertarlo", si conclude la note.

Altaforte: "Esiste una mafia antifascista"

"A sinistra esiste un antifascismo militante che diventa una mafia, una mafia culturale", ha detto Francesco Polacchi, editore di Altaforte, nel corso di una conferenza stampa sulle elezioni europee convocata a Milano da CasaPound. "Io ringrazio i vari Raimo, Zerocalcare, Wu Ming e tutti quelli che si sono sfilati dal salone del libro. Loro pensavano di farci un torto sabotandoci ma alla fine, quando andiamo a valutare gli aspetti commerciali, vediamo che il libro con l'intervista a Salvini ha scalato qualunque tipo di classifica".

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