Vercelli, investe la figlia perché vive all’occidentale: chiesti i domiciliari

Piemonte
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

Nell'incidente probatorio il difensore del padre ha rinnovato la richiesta dei domiciliari. Il Gip si è riservato di decidere

Ieri, venerdì 12 aprile, si è svolto in tribunale a Vercelli l'incidente probatorio sul caso della giovane di 20 anni di Livorno Ferraris investita dal padre di origine marocchina, lo scorso 15 marzo, perché viveva "all'occidentale". In aula si è presentata solo Miriam, accompagnata dal suo difensore, l'avvocato Anna Binelli. Assente il padre El Mustafa Hayan, attualmente in carcere a Vercelli con l'accusa di tentato omicidio aggravato dal vincolo familiare. La giovane ha raccontato la sua versione dei fatti, dai disaccordi col padre fino all'episodio del 15 marzo, nei pressi della loro abitazione.

La richiesta dei domiciliari

Il difensore di Hayan, l'avvocato Fabio Merlo, ha rinnovato la richiesta dei domiciliari. Il Gip si è riservato di decidere sulla richiesta del difensore. Nei giorni successivi il tentato investimento della figlia, il 53enne aveva sottolineato che si era trattato di una "tragica fatalità" e che la sua intenzione "non era quella di ucciderla". 

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