Busta esplosiva alla sindaca Appendino: la Procura apre un'inchiesta

Piemonte
La busta esplosiva indirizzata alla Appendino (ANSA)

Il plico era arrivato a Palazzo Civico il 1° aprile. Al momento i magistrati starebbero indagando per minacce e fabbricazione di materiale esplodente

La Procura di Torino ha aperto formalmente un'inchiesta sul caso del plico esplosivo indirizzato alla sindaca Chiara Appendino, arrivato a Palazzo Civico il 1° aprile scorso. Per il momento, si starebbe procedendo per minacce e fabbricazione di materiale esplodente, reato previsto da una legge del 1967, punito con il carcere fino a 12 anni. L'iniziativa dei magistrati segue il deposito di una relazione sull'accaduto da parte della Digos.

La ricostruzione dei fatti

Lunedì una busta con polvere pirica e un congegno rudimentale, una batteria collegata a un filo di rame, che avrebbe potuto esplodere, aveva fatto scattare l'allarme a Palazzo Civico, nel capoluogo piemontese. Il plico era indirizzato alla sindaca Chiara Appendino ed era stato bloccato dalla polizia municipale grazie al controllo con scanner radiogeno. "Se qualcuno pensa di intimidirmi si sbaglia di grosso", aveva scritto sui social la sindaca: "Avanti, più determinata di prima". Sulla busta come mittente era indicato "Scuola A.Diaz. Via C.Battisti 6, 16145 Genova" e su un foglio bianco attaccato era riportata la scritta "ufficio della sindaca. Piazza Palazzo di Citta' 1". Secondo gli investigatori, la matrice è anarco-insurrezionalista, "verosimilmente" nell'ambito della cellula dell'Asilo, il centro sociale sgomberato il 7 febbraio scorso. 

Le dichiarazioni della sindaca 

Il giorno dopo, la sindaca aveva commentato ancora l'episodio: "Non ho nessuna intenzione di alzare polemiche o inasprire i toni, credo di aver fatto in questi tre anni quello che un sindaco deve fare per la sua città e continuerò a farlo. Da parte mia c'è massima serenità. Il sindaco lavora per la sua città, questo ho fatto fino a oggi e continuerò a farlo con maggior forza e determinazione".

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