Piazza San Carlo, cambia capo d'accusa per banda dello spray: omicidio preterintenzionale
PiemonteLa decisione è stata presa nel corso dell'udienza preliminare dalla Procura, in seguito alla morte di Marisa Amato, la donna rimasta tetraplegica dopo la finale di Champions League
Alla ripresa dell'udienza preliminare, avvenuta oggi, lunedì 18 febbraio, per i fatti di piazza San Carlo a Torino, è cambiato il capo d'accusa per la banda dei rapinatori, quattro ragazzi tra i 20 e i 21 anni, italiani di origini marocchine, accusati di aver scatenato il panico spruzzando spray al peperoncino durante la finale di Champions League, il 3 giugno 2017. La Procura contesta ora l'omicidio preterintenzionale, in conseguenza del decesso di Marisa Amato, la donna rimasta tetraplegica dopo essere stata travolta dalla folla in piazza San Carlo. La donna è morta lo scorso 25 gennaio. La causa è stata aggiornata al 1° marzo.
La consulenza sulla morte della Amato
"È notorio che la tetraplegia e le imponenti limitazioni funzionali cui si associa comportano un alto rischio di gravi complicanze infettive: andrà pertanto ragionevolmente ammessa una correlazione causale tra la sepsi (e il conseguente choc settico) e la condizione in cui Marisa Amato versava dal giugno 2017". È quanto si legge nella consulenza sul caso Amato. Il documento, a firma del medico legale Fabrizio Bison, è stato consegnato alla Procura alla vigilia della ripresa dell'udienza preliminare. Il consulente non si è pronunciato sul momento in cui è insorta la tetraplegia: nella nota scrive solo "dal giugno 2017".
Nuove indagini a carico di 20 medici
Alcuni difensori degli imputati, interpellati dall'ANSA, hanno fatto presente che "agli atti c'è il rapporto di due specialisti genovesi, secondo i quali la tetraplegia è insorta il 6 giugno. Il decesso di Marisa Amato non può essere attribuito direttamente agli imputati". Per verificare se sono stati commessi degli errori al momento del ricovero, la Procura ha aperto nuovi filoni di indagine a carico di una ventina di medici.
No alla riunificazione dei procedimenti
Per i fatti di piazza San Carlo è in corso anche un procedimento a carico della sindaca di Torino Chiara Appendino e di altri 14 imputati, tra cui l'allora questore Angelo Sanna, per le carenze organizzative e gestionali. Il Gup Maria Francesca Abenavoli ha deciso che, almeno per il momento, i due procedimenti non saranno riunificati. A opporsi alla riunificazione erano state le difese. I quattro rapinatori, oltretutto, sono detenuti quasi in scadenza dei termini di custodia cautelare, e nei loro confronti si deve procedere con maggiore velocità. Per il processo a carico della sindaca e degli altri 14 imputati è stato disposto un rinvio all'11 marzo. Nelle prossime udienze alcuni dei legali del processo sulla Appendino daranno battaglia anche su altri aspetti: a loro avviso la Procura non ha tutelato i diritti della difesa, perché non ha depositato con celerità gli atti relativi all'inchiesta sui rapinatori.