In Piemonte aprono quattro nuovi centri antiviolenza

Piemonte
Foto di archivio (ANSA)
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Sono stati finanziati dalla Regione, insieme a dieci sportelli per le donne in difficoltà, che sorgeranno in diverse località del territorio piemontese 

Quattro nuovi centri antiviolenza e dieci sportelli per le donne in difficoltà apriranno in Piemonte. A finanziarne l’apertura è stata la Regione, con 200 mila euro, una parte dei quasi 800 mila euro stanziati complessivamente per la lotta contro la violenza di genere. I centri sorgeranno a Vercelli, Santhià (su progetto del Consorzio Socio Assistenziale Cisas), Settimo Torinese (progetto dell'Associazione Uscire dal Silenzio) e Borgomanero (progetto dell'Associazione Mamre Onlus). Gli sportelli saranno disseminati in varie località del territorio regionale. A Torino ne saranno inaugurati quattro, due ad opera del Comune e due da parte dei Centri Antiviolenza Emma Onlus.

La nota della Regione

"Oltre all'apertura di nuove strutture - informa una nota - la Regione ha continuato a sostenere l'attività dei Centri Antiviolenza e delle Case rifugio. I sedici Centri Antiviolenza hanno ricevuto un finanziamento di 260mila euro. I trentasei sportelli informativi hanno percepito 50 mila euro, le nove Case Rifugio (in tutto 76 posti letto) 251mila euro. Per ogni Centro Antiviolenza sono anche previsti dei posti per accogliere le donne che si allontanano da casa e hanno bisogno di un luogo dove essere ospitate in emergenza".

Le parole dell’assesora Cerutti

“Ciò che è più importante – ha spiegato Monica Cerutti, assessora ai diritti civili - è che in un anno i nostri centri antiviolenza passeranno da sedici a venti. In questo modo rafforziamo le strutture a supporto delle donne che vogliono rifarsi una vita e sfuggire a compagni o mariti violenti, dando loro la possibilità di avere un tetto sopra la testa e di poter ricominciare. Tutelando anche i figli, che possono essere ospitati insieme alle madri". "In questi anni – ha proseguito Cerutti - è stata creata una vera rete a tutela delle vittime di violenza, e questo sistema è sempre più conosciuto dalle donne piemontesi che ogni anno, in numero sempre maggiore, vi fanno riferimento. Giovedì prossimo faremo il punto della nostra programmazione riunendo il coordinamento regionale dei Centri Antiviolenza".

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