Novi Ligure, caso Pernigotti: “Sperlari torni a casa”

Piemonte
Foto di archivio
pernigotti

A lanciare l'appello per il salvataggio della Pernigotti sono i rappresentanti sindacali della Uila-Uil, che chiedono interventi per salvare lo stabilimento piemontese 

"La Sperlari torni a casa, torni a Novi Ligure. Del ritorno in Turchia di Toksoz ce ne faremo una ragione". È quanto afferma, in merito al caso Pernigotti, il segretario nazionale Uila-Uil, Pietro Pellegrini. "L'azienda lombarda – ricorda invece Tiziano Crocco, della Uila Uil alessandrina - è già stata proprietaria di Pernigotti fino agli anni Quaranta. Il 4 gennaio è previsto un incontro ordinario in Assolombarda e non si esclude si possa discutere dei contatti. Sul fondo indiano, invece, la trattativa è parallela: sono stato personalmente contattato dall'italiano che vive nel Paese asiatico e lo rappresenta e ho già girato la proposta all'advisor. Nello stesso tempo uno studio legale di Bergamo ha ufficialmente presentato la documentazione direttamente al nostro segretario nazionale". Pellegrini, auspicando comunque una soluzione italiana "perché la battaglia dei 250 dipendenti della Pernigotti è di portata nazionale", sottolinea che "serve il prima possibile quella legge ad hoc che lo stesso ministro Luigi Di Maio, il 15 novembre, nel primo tavolo romano, aveva annunciato 'per fine anno' con l'obiettivo di legare i marchi ai loro territori'".

Il futuro dell'azienda

L'azienda proprietaria nelle scorse settimane ha precisato che Pernigotti intende "esternalizzare le proprie attività produttive unicamente presso il territorio nazionale". Per questo motivo è alla ricerca di un partner industriale "a cui affidare la produzione" con l'obiettivo di "ricollocare il maggior numero possibile di dipendenti coinvolti presso aziende operanti nel medesimo settore o terzisti". Un dialogo che sarebbe già avviato "con alcune importanti realtà italiane del settore dolciario".  

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