Prescrivono medicine inutili: chieste condanne per medici e infermieri

Piemonte
Foto di archivio (Getty Images)
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I sei imputati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, falso e ricettazione. Chiesta, invece, l'assoluzione per una dipendente di una farmacia

Una truffa allo Stato ideata per ottenere rimborsi dal Sistema sanitario nazionale sui farmaci prescritti inutilmente o in quantità superiore al necessario. Questa l'ipotesi della procura di Torino racchiusa nell'inchiesta che ha coinvolto sei persone, tra cui due farmacisti della città, due medici e due pazienti. Il sostituto procuratore Lisa Bergamasco ha chiesto nella giornata di giovedì 20 dicembre, condanne a pene comprese da un minimo di 1 anno e 7 mesi a un massimo di 2 anni e 9 mesi. I sei imputati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, falso e ricettazione. Chiesta invece l'assoluzione per una dipendente di una farmacia coinvolta nell'inchiesta.

Le accuse

L'indagine è stata condotta tra il marzo 2014 e il marzo 2015. Secondo gli inquirenti, alcuni medici compiacenti avrebbero prescritto a pazienti in accordo con i farmacisti un numero maggiore di medicine necessarie, soprattutto broncodilatatori, oppure medicine inutili. I titolari di due farmacie cittadine chiedevano poi il rimborso alle Asl, ma le confezioni non andavano ai clienti: rimanevano nei magazzini, nelle abitazioni o nei garage.

La difesa

Quei farmaci ritrovati, secondo i legali, erano quelli non ritirati dai clienti e destinati a organizzazioni benefiche o strutture sanitarie. "Non emergono prove che dimostrino la partecipazione del mio assistito al presunto sistema", spiega l'avvocato Andrea Serlenga, difensore di uno dei medici. Secondo l'avvocato Katiuscia Ossola, che assiste uno dei farmacisti, invece, "ci sono state delle irregolarità nelle procedure dei rimborsi, ma non ci sono gli elementi di una truffa", ragione per cui ha chiesto l'assoluzione da tutte le accuse perché il fatto non sussiste. La sentenza del tribunale è prevista per il prossimo gennaio.

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