Il Pm ha chiesto di condannare anche Aldo Cosimo Crea, a 7 anni e 4 mesi di carcere, e suo fratello Adolfo, a 6 anni e 8 mesi. I due sono considerati fra i boss più potenti di Torino
Una condanna a 10 anni e 4 mesi di carcere è la richiesta del Pubblico Ministero, Paolo Toso, avanzata davanti ai giudici torinesi nei confronti di Giuseppe Ursino, 50 anni, imputato in un processo che riguarda l'attività di personaggi legati alla 'ndrangheta a Torino e in Alta Valle di Susa. Il Pm ha anche chiesto 7 anni e 4 mesi di carcere per Aldo Cosimo Crea e 6 anni e 8 mesi per il fratello Adolfo Crea, considerati fra i boss più importanti del capoluogo piemontese. Il processo si sta celebrando con il rito abbreviato e riguarda in tutto dodici imputati. Il procedimento, collegato all'inchiesta di 'ndrangheta chiamata “Big Bang”, è nato dalle dichiarazioni di un imprenditore vittima di estorsione. Gli investigatori della Direzione Distrettuale Antimafia sono risaliti, fra l'altro, a un giro di riciclaggio di denaro per l'acquisto di locali a Torino e Bardonecchia. Ursino è nipote di Rocco Lo Presti, imprenditore dell'Alta Valle, morto di infarto nel 2009 il giorno dopo una condanna definitiva per associazione mafiosa. Il difensore di Aldo Cosimo Crea, l'avvocato Daniela Rossi, commenta: "A differenza del processo Big Bang, dove era stato sostanzialmente ammissivo, qui il mio assistito nega con decisione ogni addebito". La sentenza è prevista a fine novembre.