App stalker, Google ne ha rimosse sette dallo store

Tecnologia

Una volta installate sui propri device, queste applicazioni raccoglievano ed inviavano i dati relativi a posizione, contatti, registro delle chiamate e messaggi di testo. Il tutto all’insaputa dell’utente 

Sette applicazioni spia, che permettevano alle persone di perseguitare dipendenti, partner o anche bambini. Si tratta di Track Employees Check Work Phone Online Spy Free, Spy Kids Tracker, Phone Cell Tracker, Mobile Tracking, Spy Tracker, Sms Tracker, Employee Work Spy. Tutte sono state prontamente eliminate dal negozio digitale del colosso californiano su indicazione dei professionisti di Avast, azienda che si occupa di antivirus e sicurezza online.

Applicazioni potenzialmente pericolse

Secondo quanto affermato dagli ingegneri di Avast, queste app stalker sono state create da un programmatore russo, con l’intento di permettere di tracciare la posizione della persona sorvegliata, raccogliere i suoi contatti e visionare sms e cronologia delle chiamate. Senza che la vittima ne fosse consapevole. Le app, prontamente eliminate dallo store, sono state installate 130mila volte in tutto, con le app più installate come Spy Tracker e SMS Tracker che hanno registrato oltre 50mila installazioni. Nikolaos Chrysaidos, responsabile dell'intelligence e della sicurezza delle minacce mobili di Avast, ha confermato la potenziale pericolosità di queste applicazioni. "Queste app non hanno un’etica e hanno un alto tasso di problematicità per la privacy delle persone. Per questo motivo non dovrebbero essere presenti sul Google Play Store", ha detto. "Inoltre promuovono comportamenti criminali perché possono essere utilizzatati indebitamente da datori di lavoro, stalker o partner per spiare le loro vittime” ha poi aggiunto Chrysaidos.

Nel mirino anche FaceApp

Intanto, sempre a proposito di privacy, anche l’applicazione del momento, ovvero FaceApp, è finita nel mirino. Ad insospettire sono stati i termini relativi alla gestione della privacy e dei dati personali da parte di Wireless Lab, startup russa che ha sviluppato l’app che permette di applicare dei filtri ai selfie che invecchiano il soggetto. Il meccanismo è questo: il software invia ai propri server le foto scelte dagli utenti per la ‘trasformazione’ prima di restituirle nella versione definitiva nella quale viene applicato il filtro desiderato. Ma questa pratica informatica ha sollevato preoccupazione sui social network, sebbene sia utilizzata anche da altre applicazioni. Contattata da TechCrunch, Wireless Lab ha spiegato che “la maggior parte delle immagini viene cancellata entro 48 ore dal caricamento”, spiegando che l’azienda memorizza le foto per questioni di “performance e traffico”. La startup russa ha inoltre affermato di non vendere i dati degli utenti a terze parti, spiegando che esiste una procedura per richiedere la cancellazione delle informazioni, anche se non troppo intuitiva. Dalle impostazioni di FaceApp si deve accedere a ‘supporto’ e poi optare per ‘segnala bug’: qui sarà necessario indicare ‘privacy’ nell’oggetto del messaggio che verrà inviato all’azienda.

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