Spotify, pugno duro contro i ‘furbi’: sospensione a chi usa ad blocker

Tecnologia
Spotify (Getty Images)
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Dall’1 marzo l’azienda punirà con la sospensione o l’eliminazione immediata dell’account chi cerca di aggirare gli annunci pubblicitari: lo scorso anno erano 2 milioni di utenti 

Si preannunciano tempi duri per chi è abituato a godere della versione gratuita di Spotify bloccando gli annunci pubblicitari proposti dall’app. L’azienda ha infatti aggiornato i termini e condizioni d’uso del servizio, annunciando nuove sanzioni estreme: chi utilizza gli ad blocker rischierà di vedere il proprio profilo sospeso o addirittura eliminato immediatamente. Si tratta di misure più drastiche rispetto a quelle adottate dalla compagnia svedese negli ultimi mesi, dopo aver scoperto come il fenomeno di aggirare la pubblicità fosse estremamente popolare. L’annuncio arriva a pochi giorni dalle indiscrezioni del Wall Street Journal, secondo cui Spotify starebbe cercando di acquisire Gimlet Media, attiva nel settore del podcasting.

Spotify, la popolarità degli ad blocker

A marzo 2018, Spotify aveva comunicato che circa 2 milioni di utenti, pari a circa il 2% di chi sfruttava il servizio gratuito, si avvaleva di stratagemmi per bloccare gli annunci pubblicitari, una caratteristica invece riservata a chi paga per ottenere un account Premium. Vedendo nella pratica una minaccia per i propri guadagni, l’azienda svedese aveva iniziato a combattere il fenomeno cercando di individuare sempre più ‘pirati’, disattivando i profili sospettati di utilizzare ad blocker e inviando mail agli utenti, dando loro l’opportunità di ‘redimersi’ disinstallando i software proibiti per poi riabilitare il proprio account.

Le nuove condizioni di Spotify

Come riporta TechCrunch, la mano si farà più pesante dall’1 marzo. Spotify ha infatti reso noti i nuovi termini e condizioni d’uso, sottolineando che “tutti i tipi di ad blocker, bots e attività di streaming fraudolente non sono permesse”, come ricordato anche in un’email inviata agli utenti. Nella sezione specifica, invece, l’azienda ricorda che “aggirare o bloccare annunci pubblicitari in Spotify, o creare e distribuire strumenti per bloccare pubblicità nel servizio” potrebbe causare “la fine o sospensione immediata del proprio account Spotify”. Un giro di vite deciso verso tutti coloro che cercano di avvalersi del servizio di streaming musicale senza pagare nonostante l’assenza di pubblicità. Intanto, la compagnia punta a crescere ulteriormente, come dimostrato dall’acquisizione, che secondo il Wsj sarebbe ormai prossima, di Gimlet Media, un’azienda che ha sede a New York ed è specializzata nell’ambito del podcasting, rappresentando così un potenziale ottimo contributo per ampliare la libreria offerta da Spotify.

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