I videogiochi nel mirino degli hacker

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Foto di archivio (Getty Images)
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Secondo uno studio condotto dalla piattaforma Akamai, i dati personali dei gamer sarebbero a rischio: le aziende incassano il 40% in meno di profitto

Gli hacker non risparmiano nemmeno i videogiocatori. I cyber-attacchi e i tentativi di truffa sarebbero un pericolo costante anche per i gamer online. Oltre agli stessi videogiocatori, però, a risentire di questo fenomeno sarebbero anche le case produttrici che, secondo uno studio condotto dalla piattaforma Akamai, rischierebbero di perdere circa il 40% dei loro profitti.

I rischi per i gamer

Quello dei videogiochi è un mercato in continua evoluzione. In Italia, in particolare, secondo quanto merge dall'ultimo rapporto annuale di Aesvi (l’associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi), nel 2017 sarebbero stati spesi circa 1,5 miliardi di euro per comprare console, scaricare videogiochi e acquistare accessori per tutte le piattaforme. La nuova ondata di cyber-criminalità, però, rischia di allontanare sempre più giocatori. I tempi di inattività dovuti alle violazioni, infatti, possono innervosire e infastidire coloro i quali si aspetterebbero invece un gioco veloce e reattivo. Ancora più gravi, poi, le violazioni dei database dei giocatori. In questo caso, infatti, le informazioni e i dati personali, oltre ad essere compromessi, potrebbero anche essere venduti o utilizzati in maniera negativa.
Secondo il rapporto di Akamai, sono due gli attacchi più comuni compiuti dai malintenzionati. Il primo è il cosiddetto 'credential stuffing', ovvero una violazione atta a prevedere il furto dell'account e l'implementazione di una serie di bot per tentare di accedere ad altri siti. Il secondo, invece, è DDos (Distributed Denial of Service), un metodo che i cyber-criminali usano per esaurire le risorse di un sistema e bloccarlo.

Strumento per riciclare denaro sporco

I videogiochi per piattaforma mobile sarebbero anche usati dai pirati informatici come strumento per riciclare il denaro sporco una volta clonata una carta di credito. Secondo un'indagine condotta dalla società di sicurezza Kromtech, infatti, ottenuti i dati sensibili, i cyber-criminali creerebbero dei falsi account abbinati alle carte stesse. Tramite i nuovi account acquisterebbero quindi potenziamenti e contenuti extra di alcuni celebri videogiochi, rivendendo il tutto su siti paralleli e incassando così il denaro 'pulito'. Tale scoperta è avvenuta quasi casualmente ma, secondo gli esperti, potrebbe trattarsi di una prassi assai diffusa.

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