Seremy, un bracciale smart diverso dagli altri

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Roberta Giuili

Un dispositivo wereable immaginato per le fasce più anziane: non ha bisogno di installazione e la batteria può essere ricaricata solo una volta al mese

L'Italia è il Paese con la popolazione più vecchia d'Europa con quasi 14 milioni di over 65. Una popolazione a cui la tecnologia e l'innovazione stanno guardando. Seremy è stato ideato come bracciale smart ma non solo: un dispositivo salvavita che è connesso allo smartphone del caregiver che cerca di anticipare i rischi e far stare più tranquillo chi lo porta e chi vi è connesso.

Localizzabile e smart

Il bracciale è localizzabile e permette di rilevare automaticamente le cadute, ma spingendo un tasto si può anche inviare una richiesta di Sos che arriva direttamente alla persona a cui è connesso il dispositivo. Seremy funziona a distanza e può quindi essere utilizzato anche se si vive in due regioni diverse. E non serve né linea telefonica né una SIM. "Non ci sono schermi o funzioni particolari", spiega Fabio Previato, Direttore generale Gruppo Seylon, "la maggior parte delle funzioni sono automatiche e perlopiù involontarie".

Seremy

Monitora le funzioni vitali

Sono monitorabili le funzioni vitali: battito cardiaco, qualità del sonno e anche livello dell'attività fisica. Il bracciale viene consegnato attivo e basta indossarlo perché inizi il monitoraggio. La batteria non necessita di una continua ricarica, può durare anche un mese. "Si tratta di uno strumento tecnologico ma bisogna considerare che è importante la qualità di vita che può offrire: sorpattutto a una persona anziana a cui può prolungare una situazione di autonomia", spiega Previato. 

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